"Hanno provato a zittire la piazza
che intonava Bella ciao": coda polemica a Foligno, da parte
dell'Anpi, dopo le celebrazioni del 25 aprile.
Nelle indicazioni fornite alla Filarmonica di Belfiore, chiamata
a suonare durante la commemorazione, "non era indicata ha
spiegato Roberto Testa, dell'Anpi, all'ANSA - l'esecuzione di
Bella ciao, che è stata invece cantata spontaneamente dalla
piazza al termine della cerimonia. A quel punto dal palco - ha
spiegato - qualcuno ha chiesto alla Banda di suonare per la
seconda volta l'Inno di Mameli, che si è così sovrapposto alle
voci dei presenti, i quali hanno smesso di cantare". Inoltre non
è stato concessa alla stessa Associazione dei partigiani
italiani l'occupazione del suolo pubblico con un gazebo a largo
Carducci.
Roberto Testa sottolinea anche l'assenza dell'amministrazione
comunale alla cerimonia ufficiale del pomeriggio nella frazione
di Cancelli (dove in mattinata l'amministrazione comunale aveva
comunque deposto una corona alla lapide dei deportati e dei
caduti partigiani). Ed è qui, che, dopo la messa, i presenti
hanno cantato Bella ciao, intonata per primo dal parroco, don
Luigi Filippucci.
"L'esecuzione di Bella ciao non era prevista dal cerimoniale",
ha spiegato il Comune all'ANSA.
Ed il sindaco, Stefano Zuccarini, ha replicato sottolineando di
essere sempre stato convinto del fatto che "i valori della
libertà appartengano a tutti. Vergognoso invece - ha aggiunto -
quello che è accaduto durante l'Inno d'Italia. Da figlio di
militari ritengo che Bella ciao non sia una canzone ufficiale,
rappresenta una parte politica, la stessa parte politica che
strumentalizza questa ricorrenza. E' per questo che ho chiesto
alla filarmonica di chiudere con l'Inno d'Italia e da parte di
alcuni rappresentanti dell'Anpi c'è stato il tentativo di
sovrastare l'inno di Mameli con Bella ciao. Un gesto di
prepotenza e provocatorio".
In una nota, intanto, il segretario del Partito democratico
dell'Umbria, Tommaso Bori, esprime "vicinanza all'Anpi e
sgomento" per l'accaduto. "L'Umbria di Aldo Capitini e di San
Francesco, l'Umbria delle 25mila persone in piazza per la pace
domenica scorsa, merita ben altre ribalte", commenta.
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