A distanza di due anni dall'inizio
dell'emergenza sanitaria, i numeri del Registro delle imprese
della Camera di commercio dell'Umbria fotografano un sistema
imprenditoriale che non cresce e che fatica a tornare ai livelli
pre-pandemia. Questo lo scenario che emerge dai dati Movimprese
elaborati dalla Camera di commercio dell'Umbria, con un focus
sull'impresa straniera, che "non conosce crisi".
Alle 1.285 iscrizioni complessive di nuove attività economiche
rilevate tra gennaio e marzo 2022 hanno risposto 1.544
cessazioni; si assesta cosi a 94.409 imprese lo stock di aziende
registrate in Umbria.
Il saldo negativo risultante dai due flussi (-259 unità)
fotografa pertanto un sostanziale "stallo" nella dinamica
imprenditoriale.
Inquadrando l'Umbria in un contesto nazionale, la regione figura
insieme a Marche, Molise e Abruzzo tra quelle con il saldo
negativo più sostenuto. Tra aperture e cessazioni d'impresa
infatti, il saldo umbro è inchiodato sotto lo zero: -0,27% al 30
marzo 2022 (-0,18% a nel 2021).
Tutte le tipologie d'impresa chiudono il primo trimestre
dell'anno con il segno meno, ad eccezione delle società di
capitali (saldo positivo per 181 nuove aziende).
Le imprese a guida straniera - come detto - mostrano particolare
resilienza. Il monitoraggio sulle aperture e chiusure fotografa
per questa tipologia d'impresa un saldo invariabilmente
positivo. Nel 2021 ci sono state +376 imprese nate, saldo
postivo anche nel 2020. Nell'anno della pandemia infatti sono
nate 765 nuove imprese straniere e hanno chiuso i battenti 513
aziende. Allargando lo sguardo ad uno spaccato temporale più
ampio, gli ultimi cinque anni, il risultato non cambia. Trend in
crescita confermato anche in questo primo trimestre dell'anno.
Al 31 marzo le imprese straniere passano da 9.434 a 9.514 e
chiudono il trimestre con un saldo positivo tra nuove nate e
chiusure per 70 unità, oltre il 10% sul totale delle imprese
registrate in Umbria.
Gli imprenditori stranieri sono anche più giovani: dei 13.103
titolari d'impresa stranieri operanti in Umbria, ben 6.802,
ossia il 51,9% hanno fra i 30 e i 49 anni. Sono attivi
soprattutto nei settori commercio, costruzioni e ristorazione.
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