In migliaia, festanti e colorati,
si sono ritrovati in piazza Grimana a Perugia, per partecipare
all'Umbria Pride, la manifestazione per i diritti del movimento
Lgbti.
Dopo l'esperienza del Perugia Pride e dopo due anni di stop a
causa della pandemia, le associazioni gay, lesbiche, bisessuali,
trans* e intersex dell'Umbria hanno dato il via ad una grande
manifestazione regionale che si è conclusa oggi con il
tradizionale corteo - caratterizzato da slogan, striscioni,
carri e musica - lungo le vie del centro fino in piazza Italia,
per gli interventi conclusivi. I giorni che hanno preceduto
l'evento sono stati carichi di polemiche, sulle concessioni dei
patrocini da parte delle istituzioni.
Sono nove gli enti che hanno scelto di sostenere attraverso lo
strumento del patrocinio l'Umbria Pride 2022. Insieme alla
Regione (concessione affiancata anche da contributo economico
che ha suscitato molti malumori da parte delle associazioni
delle famiglie) e alla Provincia di Perugia ci sono i Comuni di
Spoleto, Gubbio, Gualdo Tadino, Narni, Panicale e Arrone e
l'ambasciata della Repubblica Argentina in Italia. Sono inoltre
arrivate adesioni da oltre 50 organizzazioni e gruppi politici
da tutta l'Umbria.
Nulla di fatto invece per i due Comuni capoluogo, Perugia e
Terni, "che hanno evidentemente scelto di sottostare ai diktat
del Senatore Pillon e non concedere il patrocinio ad una delle
più grandi e partecipate manifestazioni sui diritti e
sull'inclusione che si svolgono in regione", ha commentato
Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos. "Non solo - ha
proseguito - è stata presa una decisione che non ha precedenti,
ma nessuno ha trovato il coraggio di comunicarcela. La favola
del Sindaco di tutti e di tutte è definitivamente morta".
Anche i Radicali Perugia, per la mancata concessione del
patrocinio da parte del sindaco Romizi, hanno parlato di "un
grave danno alla città di Perugia". "Stupisce che tale grave
atto - hanno scritto in una nota - arrivi da quello che sembrava
dovesse essere il golden boy della destra liberale, che non ha
avuto lo stesso coraggio che ha avuto la presidente della
Regione Umbria Tesei che ha difeso l'onore e l'indipendenza
dell'istituzione che dirige".
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