In seguito all'aumento del costo
dell'energia, Confindustria Umbria registra "allarmanti segnali
di rallentamento delle produzioni che comporteranno
l'inevitabile cessazione di attività produttive". Secondo
l'organizzazione degli industriali "il rischio è che la
resilienza produttiva dimostrata delle imprese industriali fino
a questo momento non duri a lungo, perché i margini sono sempre
più ridotti a causa dei rincari di tutte le commodity che hanno
un impatto devastante sui costi delle imprese, rendendo
antieconomico per alcuni settori continuare la produzione e
tutto ciò inevitabilmente avrà ricadute anche in termini di
tenuta occupazionale per i dipendenti e tutele economiche per le
loro famiglie".
"Ci troviamo in una situazione drammatica che colpisce
cittadini e imprese" sottolinea il presidente di Confindustria
Umbria Vincenzo Briziarelli. "Situazione - aggiunge - che sta
indebolendo le attività industriali di ogni dimensione e di ogni
settore, rendendo sempre più difficile l'operatività aziendale.
È necessario fermare questa escalation di aumenti non più
sopportabile dalle imprese che non riescono e che non possono
operare con questi prezzi dell'energia e delle materie prime".
"Ora il baratro economico e sociale è a un passo - sostiene
ancora Briziarelli - e le analisi sul perché si è giunti a
questo punto sono tardive e poco utili. Allo stesso modo
predicare soluzioni di medio-lungo periodo è tanto suggestivo
quanto evanescente. Oggi parlare di transizione ecologica è
evidentemente un modo per nascondere il problema. La svolta
green è certamente importante, ma richiede tempi non compatibili
con l'emergenza. Una emergenza che è qui e ora e che qui e ora
va arginata dal Governo. È necessario introdurre misure ed
azioni che possano ridurre concretamente e in modo strutturale
il costo dell'energia e contestualmente prorogare i termini
degli interventi fino ad ora emanati dal Governo, garantendo un
orizzonte almeno annuale".
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