"Con l'aumentare dei contagi da
Covid, piuttosto che predisporre un percorso di accompagnamento
o addirittura una proroga delle Unità speciali di continuità
assistenziale (Usca) per l'assistenza dei pazienti Covid, la
Regione Umbria ha deciso di sopprimere il servizio senza
proporre nient'altro e anzi, nascondendosi dietro alle
normative, a differenza di quanto fatto anche da altre regioni
come l'Emilia Romagna": così il consigliere regionale del Pd e
vicepresidente della Commissione Sanità, Tommaso Bori. Il ha
annunciato di avere presentato "la richiesta di audizione in
terza Commissione, nella prima seduta utile, del direttore
regionale Salute e Welfare Massimo D'Angelo, dei direttori
generali delle Aziende Unità sanitaria locale Umbria 1 Massimo
Braganti e Umbria 2 Massimo De Fino".
"L'incontro - spiega Bori in una nota - dovrà essere dedicato
al servizio delle Unità speciali di continuità assistenziale
(Usca) preposto all'assistenza domiciliare dei pazienti affetti
da Covid, servizio soppresso dal 30 giugno e non sostituito. Una
scelta di una gravità inaudita che non può essere accettata,
tanto più in una fase in cui il Covid sembra tornare a mordere.
Auspichiamo dunque un confronto con i vertici della sanità
umbra, ai quali spiegheremo - conclude Bori - quanto gli umbri
abbiano bisogno di più assistenza, e non di meno servizi".
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