"L'estate 2022 e l'autunno che
seguirà rischiano di rappresentare per l'Umbria il periodo più
difficile della storia recente della nostra regione. L'emergenza
dei redditi, letteralmente mangiati da un'inflazione galoppante,
da costi energetici assurdi, a partire dal caro-benzina, e da
bollette fuori controllo, dovrebbe essere al primo punto
dell'agenda politica della Regione": a chiederlo è Vincenzo
Sgalla, segretario generale della Cgil dell'Umbria.
"I segnali erano chiari da tempo - osserva Sgalla in una nota
- visto che già nel 2021 l'Umbria ha registrato una nuova
crescita della povertà relativa (dall'8 al 9,5%) e della spesa
delle famiglie (+7%). Su questa situazione già critica si sono
innestati gli effetti della guerra in Ucraina e le speculazioni
che ne sono derivate. Il risultato è che una parte consistente
dei cittadini umbri, giovani precari, pensionati al minimo, ma
anche normali lavoratori salariati, non ce la fa più ad arrivare
alla quarta settimana del mese". Ecco perché, secondo il
segretario Cgil, "serve intervenire subito, servono aiuti
immediati da parte della Regione e delle imprese". "Esiste la
possibilità di contrattare aumenti salariali a livello
territoriale e aziendale - afferma il sindacalista -, per
ridistribuire parte di quelle ricchezze, in particolare gli
extra-profitti, che molte imprese anche umbre hanno avuto in
questi anni di pandemia. Ma perché questo accada al di là della
necessità di un Governo nazionale capace di dare risposte alla
crisi sociale, è fondamentale che anche le istituzioni
regionali, a partire dalla presidente Tesei e dall'assessore
Fioroni, facciano qualcosa di concreto per contrastare
l'emergenza redditi. Si convochino subito le associazioni delle
imprese e i sindacati per studiare insieme interventi capaci di
scongiurare un ulteriore scivolamento verso la povertà di fasce
consistenti di popolazione umbra".
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