"Ben venga la riqualificazione
dell'ex carcere femminile di Perugia ma un progetto di
rigenerazione urbana molto importante per la città merita
quantomeno una riflessione sulla qualità dell'intervento di cui
il presupposto principale parte dalla qualità della
progettazione": a sostenerlo è Marco Petrini Elce, presidente
dell'Ordine provinciale degli architetti. "Nonostante la qualità
della rigenerazione urbana costituisca uno dei temi più
rilevanti delle discussioni legate allo sviluppo delle città e
presupposto principale dei finanziamenti del Pnrr, a questo -
prosegue - non sempre corrisponde una tangibile sensibilità da
parte delle Amministrazioni appaltanti delle opere pubbliche".
"Purtroppo - sostiene Petrini in una nota - si continuano a
perseguire, come in questo caso, strade apparentemente più
semplificate per gli affidamenti degli incarichi senza mai però
prendere in considerazione il concorso di progettazione. Si
vuole ricordare, come stabilito dal Codice degli appalti, che
per la progettazione di lavori di particolare rilevanza sotto il
profilo architettonico, ambientale, paesaggistico,
storico-artistico e conservativo le stazioni appaltanti devono
utilizzare la procedura del concorso di progettazione.
È singolare rilevare che proprio per il progetto della
'cittadella della giustizia' non si applichino correttamente i
dettati normativi. Ovviamente non è intenzione dell'Ordine
appellarsi al solo rispetto delle norme ma piuttosto si vuole
ribadire che la città e coloro che devono decidere cosa
rappresenti il meglio per il suo sviluppo perché dovrebbero
privarsi di una moltitudine di idee e proposte? Perché non si
dovrebbe fare una competizione basata su qualità e idee
piuttosto che su una 'meccanica' attribuzione di punteggi
finalizzata sostanzialmente ad ottenere il prezzo più basso?
L'architettura è patrimonio della collettività perché la buona
architettura migliora la qualità della vita".
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