La Rete delle professioni tecniche
(Rpt) ha chiesto al commissario per la ricostruzione post
terremoto Giovanni Legnini di annullare o revocare il decreto
numero 329 del 7 luglio 2022 o, in subordine, a rimodularlo in
termini conformi all'ordinanza 126/22 e, in generale, al
principio di equa remunerazione di tutte le prestazioni
professionali rese. Lo ha fatto attraverso il coordinatore e
rappresentante legale, Armando Zambrano, con "l'avvertenza che,
in difetto, si vedrà costretta a tutelare gli interessi dei
tecnici professionisti innanzi le competenti Autorità
giurisdizionali".
I professionisti - è detto in un loro comunicato - avevano già
sottoposto alla struttura commissariale una serie di
problematiche "per le quali nessuna soluzione è stata trovata,
anzi, a fronte di una totale chiusura la Rete delle professioni
è stata costretta ad intervenire formalmente".
Il punto principale della diffida riguarda il fatto che con
l'emanazione del nuovo prezzario del cratere, ovvero lo
strumento attraverso il quale si determina l'importo dei lavori
- si spiega nella nota di Rpt -, "viene chiesto ai
professionisti di adeguare i progetti presentati, ma anche i
lavori in corso, applicando i nuovi prezzi".
Moressoni, consigliere dell'Ordine degli architetti di Perugia
e componente del Tavolo tecnico sisma per conto del Consiglio
nazionale degli architetti, spiega che "vengono riconosciute
cifre, anche a fronte di importi lavori rilevanti, che non
coprono neanche un costo orario dignitoso per l'impegno
necessario a farlo e certamente non compensano le responsabilità
assunte".
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