Sono passati 25 anni dal
terribile terremoto che sconvolse l'Umbria e le Marche, causando
11 morti, un centinaio di feriti e migliaia di sfollati, nei 48
comuni delle due regioni.
Assisi fu una delle città che pagò un tributo altissimo in
termini di vittime e di danni al patrimonio artistico, tra cui
il crollo della volta della Basilica superiore di San Francesco
sotto le cui macerie persero la vita due frati e due tecnici che
stavano verificando le conseguenze della prima scossa avvenuta
nella notte.
"Oggi, come sempre, è doveroso - scrive il sindaco Stefania
Proietti - ricordare quei momenti tragici che colpirono al cuore
la nostra città. Ancora sono vivi nella mente e nel cuore il
dolore per la perdita di Bruno Brunacci, Claudio Bugiantella,
padre Angelo Api e Zdzisław Borowiec e per la devastazione di
case e chiese. Coltivare la memoria di quanto accaduto è un
segno di rispetto e un valore da trasmettere alle nuove
generazioni perché, oltre il ricordo e le sofferenze per le
vittime, va raccontata ed esaltata la forza della ripresa, la
capacità di ricostruire le ferite inferte al patrimonio
artistico e immobiliare".
"Dopo quel sisma, la nostra regione diventò più sicura - ha
aggiunto il sindaco - perché la ricostruzione avvenne con
efficacia e in tempi rapidi, si parlò allora del 'modello
Umbria', tanto è vero che per esempio la Basilica di San
Francesco riaprì due anni dopo le scosse. Abbiamo visto che la
ricostruzione dei danni post sisma 2016, che è stato altrettanto
violento, ha ingranato di recente la marcia giusta e per questo
dobbiamo dire grazie all'impegno e alle capacità del commissario
straordinario Giovanni Legnini".
Come ogni anno l'amministrazione comunale partecipa oggi
pomeriggio alla celebrazione eucaristica, durante la novena di
preparazione alla festa del 4 ottobre, in memoria delle vittime
del terremoto di 25 anni fa, alle 18, nella chiesa superiore
della Basilica di San Francesco.
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