"I nostri diritti non possono più
aspettare": con queste parole associazioni femministe e
sindacati, oggi in occasione della "Giornata mondiale
dell'aborto sicuro" e a due giorni dalla "Giornata mondiale per
la contraccezione", chiedono una audizione alla Commissione
sanità "per una interlocuzione fattiva e reale, mettendo a punto
assunzioni e garantendo un funzionamento efficacie ed efficiente
dei servizi". Lo hanno fatto, nel corso di una conferenza stampa
che si è tenuta nella casa dell'associazionismo a Perugia,
presentando la lettera aperta inviata alla Regione (la
presidente Donatella Tesei e l'assessore alla Sanità Luca
Coletto), al Consiglio regionale, ai direttori generali e
sanitari delle Asl1 e 2 e alle Aziende ospedaliere di Perugia e
Terni, in merito "alle gravi criticità e i ritardi dell'Umbria
in materia di aborto farmacologico, rete dei consultori,
contraccezione gratuita".
Firmatari del documento e presenti all'incontro con i
giornalisti componenti di Rete Umbra per la Autodeterminazione,
UDIPg, Terni Donne, Forum Donne Amelia, L'albero di Antonia APS
Orvieto, Rete Donne Antiviolenza, Civiltà Laica e Cgil Umbria.
"Vogliamo mobilitare le istituzioni non solo per un fatto
politico ma di salute" ha ricordato Marina Toschi, ginecologa e
membro della Rete. Secondo la quale l'aborto "sta diventando
sempre più un campo di battaglia politico invece che legato
all'ambito sanitario".
Toschi ha poi spiegato anche perché quello dell'Umbria è un
caso che preoccupa particolarmente le donne. "Ci è voluto tanto
- ha sostenuto - per ottenere il day hospital per l'aborto
medico, ma poi la presidente Tesei l'ha levato e ha scatenato
una protesta di massa. Successivamente ha accettato le linee del
ministero ma solo per quello che riguarda le 9 settimane e non
relativamente alla questione dei consultori. Nel Lazio ed
Emilia-Romagna hanno cominciato a fare in modo territoriale come
nel resto del mondo".
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