La 31/a Convention mondiale delle
Camere di commercio all'estero (Ccie), a cui hanno partecipato
150 delegati esteri tra presidenti, segretari generali e membri
del board delle Camere di commercio italiane all'estero,
provenienti da più di 50 paesi, si è conclusa con oltre 840
incontri di networking "one to one" (circa 160 tra associazioni
territoriali, imprese umbre e start up), tenuti nel complesso
abbaziale di San Pietro.
Gli incontri diretti con le aziende rappresentano in concreto
l'intrinseca propensione al business delle Ccie, costantemente
al servizio di tutte le piccole e medie imprese - operanti sia
nei settori più tradizionali sia in quelli innovativi - alla
ricerca di un volano di crescita e sviluppo internazionale. Ha
partecipato agli incontri anche la Enterprise Europe Network, di
cui la Camera di commercio dell'Umbria è membro all'interno del
consorzio multiregionale Sme2Euplus.
Un evento "di grande interesse e concretezza - spiegano i
promotori - in cui sono emerse indicazioni preziose per gli
operatori, sia sul piano generale che delle potenzialità di fare
business in specifiche realtà (da New York a Francoforte, a Hong
Kong e così via) nei vari settori, evidenziando opportunità ma
anche aspetti che potrebbero apparire critici se l'impresa li
affrontasse senza un supporto".
Dal convegno "Coniugare l'Umbria al futuro. Coesione,
innovazione e competenze per il futuro del Made in Italy sui
mercati internazionali", tenuto in sessione pubblica nell'ultima
delle tre giornate di lavoro della Convention mondiale è
arrivato un segnale di ottimismo e di forte cooperazione tra
sistema camerale, istituzioni, associazioni e aziende sul fronte
di un nuovo, forte balzo in avanti sul fronte
dell'internazionalizzazione delle imprese e più in generale
dell'innovazione.
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