Nonostante facessero parte di
un'associazione di volontariato, si qualificavano come una
"fantomatica" Sezione speciale di polizia giudiziaria e come
guardie particolari zoofile, identificando e procedendo
all'escussione di varie persone ma anche inoltrando, per due
volte, comunicazioni di notizie di reato alla Procura di
Perugia. Per questo a 17 persone è stata notificata la
conclusione delle indagini per usurpazione di funzioni, falsità
ideologica, truffa aggravata e minacce.
Dagli accertamenti è emerso che tutti gli indagati facevano
capo all'associazione, con sede principale a Santa Maria
Tiberina, pur riconosciuta a livello regionale anche con
incarichi di protezione civile, servizi ambientali, assistenza
alla popolazione e ausiliari del traffico. La struttura interna
- si spiega in un comunicato del procuratore Raffaele Cantone -
era pressoché simile a quella dei Corpi di polizia. Con gli
appartenenti che indossavano gradi militari, utilizzavano
uniformi identiche a quelle in uso alle forze dell'ordine e si
muovevano con auto di servizio munite di lampeggianti e sirene.
Le indagini sono state condotte dalla polizia locale di
Magione e dal personale di vigilanza e ispezione del Servizio
igiene urbana e randagismo dell'Usl Umbria 1. E' emerso - sempre
in base a quanto viene riferito - che gli associati erano soliti
eseguire posti di controllo lungo le strade provinciali
utilizzando mezzi con lampeggiatore blu e palette con loghi
ministeriali, indossando giubbetti antiproiettile. Redigevano
inoltre verbali, letture di microchip e davano prescrizioni in
materia sanitaria sulla detenzione degli animali.
Secondo la Procura negli anni il gruppo era riuscito ad
accreditarsi "con qualifiche mai conseguite" presso la Regione
come associazione di volontariato e di protezione civile, nonché
a stipulare convenzioni con vari Comuni e con l'Agenzia
forestale regionale.
Con l'avviso di conclusione indagini gli inquisiti potranno
presentare documenti a sostegno delle proprie tesi difensive e
chiedere di essere interrogati.
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