Inviavano sms alle loro vittime,
riuscendo successivamente ad avere accesso ai loro conti
correnti bancari: per il reato di frode informatica il gip del
tribunale di Perugia, su richiesta della locale procura, ha
emesso cinque ordinanze di arresti domiciliari nei confronti di
cittadini italiani e stranieri, questi ultimi originari del
Marocco e della Costa d'Avorio. Il provvedimento cautelare è
stato eseguito stamani dal personale del compartimento polizia
postale e delle comunicazioni di Perugia sotto la direzione del
servizio polizia postale ed in collaborazione con i
compartimenti di Milano, Napoli, Bologna e Ancona.
La tecnica utilizzata era quella di carpire informazioni
riservate attraverso messaggi telefonici inviati via cellulare:
i truffatori, dopo avere individuato le vittime ed avere
accertato in capo a queste ultime la titolarità di conti
correnti, inoltravano un sms, apparentemente proveniente dal
loro istituto di credito, con il quale le informavano di un
accesso abusivo all'area personale dell'applicazione bancaria
registrata sui loro dispositivi informatici. Pochi minuti dopo
un finto operatore della banca chiamava la vittima per
comunicarle che ignoti avevo installato un virus sul suo
smartphone o sul suo tablet. A quel punto chiedeva di spegnere e
riaccendere il dispositivo mobile per formattare il sistema. In
realtà in tal modo - spiega la procura - i responsabili della
truffa riuscivano ad installare sull'applicazione bancaria della
vittima un file elettronico che rendeva possibile l'accesso al
suo conto corrente. I soldi prelevati venivano poi fatti
confluire su carte di debito in modo da averne immediata
disponibilità.
Le somme illegalmente sottratte ammonterebbero a circa 50 mila
euro. Nel corso dell'esecuzione delle misure sono stati
recuperati e sottoposti a sequestro 16 mila euro, di cui 8 mila
in contanti, insieme a carte di credito e dispositivi
informatici che saranno sottoposti ad analisi tecnica.
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