Guarire dalle cosiddette leucemie
invincibili si può grazie al trapianto di midollo da donatore
incompatibile. A dimostrarlo alcuni dei più grandi ematologi a
livello internazionale che si sono dati appuntamento al
Residence "Daniele Chianelli" per il congresso "Leucemie Acute
ad Alto Rischio: Recenti Progressi nel trapianto Allogenico".
Fra i presenti, il professor Franco Locatelli, il dottor Antony
Stain e la dottoressa Francesca Bonifazi. A fare gli onori di
casa, il presidente del Comitato, Franco Chianelli.
Il Centro di Trapianto di Midollo Osseo di Perugia ha raggiunto,
nel corso degli anni, una riconosciuta notorietà internazionale.
Negli anni 90 il gruppo di ricercatori guidato dal professor
Massimo Fabrizio Martelli dimostrò per la prima volta al mondo
come fosse clinicamente fattibile il trapianto da donatore
familiare parzialmente compatibile.
Il lavoro svolto negli anni ha portato oggi a risultati
definibili come straordinari. Al Congresso, il dottor Antonio
Pierini, ricercatore dell'Ematologia di Perugia, ha sottolineato
come il 75 per cento dei pazienti affetti da leucemia mieloide
acuta ad alto rischio e trapiantati da familiare parzialmente
compatibile sia guarito. Una sopravvivenza superiore a quella
del 45 per cento usualmente descritta nei Centri europei e
nordamericani ed è dovuta essenzialmente alla bassissima
incidenza di recidive (10 per cento) nella casistica di Perugia
(contro circa il 40 della letteratura).
Sulla base di questi risultati, si è deciso di applicare la
stessa strategia trapiantologica anche ai trapianti da donatore
familiare compatibile e da donatore volontario compatibile da
Registro.
Il motivo dei recenti successi è l'aver utilizzato, per la prima
volta al mondo, un'innovativa composizione del materiale
trapiantato, suggerita dagli studi nei modelli sperimentali, che
è in grado di esercitare una potentissima azione antileucemica.
Ma l'altra arma vincente è costituita anche da una particolare
macchina di radioterapia che la professoressa Cynthia Aristei,
direttore della Radioterapia oncologica dell'Università e
dell'Azienda ospedaliera di Perugia, impiega per trattare il
paziente immediatamente prima del trapianto.
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