"Dall'inizio della
guerra da Foligno abbiamo inviato in Ucraina oltre 90 quintali
di aiuti tra cibo, vestiti, medicinali, prodotti per l'igiene e
giocattoli": a dirlo all'ANSA è Kateryna Ketsman, da 8 anni in
Italia, presidente dell'associazione "Casa dei popoli" e
responsabile del centro raccolta aperto sette mesi fa in città.
"Negli ultimi tempi - spiega - abbiamo concentrato gli aiuti sui
bambini di un orfanotrofio di Ternopil, sugli ospedali di Ivano
Frankivsk e Leopoli e direttamente sui militari che stanno
combattendo".
"Dal primo momento - racconta ancora Ketsman - abbiamo
attivato dei canali di distribuzione fidati, così da avere la
certezza che i prodotti arrivino a chi ne ha davvero bisogno e
abbiamo foto e video che ci vengono inviati all'arrivo degli
scatoloni. Siamo riusciti a creare una rete capillare grazie
all'aiuto di tantissime persone, sia qui in Umbria che nelle
varie zone dell'Ucraina. Vedere i bambini indossare pantaloncini
e magliette che gli abbiamo spedito con amore è un'emozione
assoluta, così come ci emoziona sapere di portare un po' di
conforto ai ragazzi e alle ragazze che stanno combattendo. A
loro, che si trovano nei territori più difficili come Donetsk,
Kerson o al confine con la Bielorussa ogni settimana inviamo
scatoloni di pasta e prodotti per l'igiene che ci vengono donati
con generosità da un pastificio di Foligno e da un'azienda di
Spello".
Ketsman non dimentica di ringraziare anche "il Comune di
Foligno e la locale sezione del Cai-Club alpino italiano che ci
hanno messo a disposizione questo spazio dove far confluire la
solidarietà dei folignati e non solo". Per poi ricordare che "i
vestiti, scarpe e tanti altri prodotti che abbiamo al centro
raccolta sono ovviamente a disposizione anche delle famiglie
ucraine che sono arrivate in Italia in questi mesi".
La presidente della "Casa dei popoli" conclude con un appello
e un auspicio: "L'inverno è alle porte - dice - e adesso avremmo
bisogno di un po' di vestiti caldi, ma soprattutto avremmo
bisogno di pace. Personalmente non vedo l'ora di chiudere il
centro raccolta, significherebbe che la guerra nel mio Paese è
finita".
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