Il sindaco di Orvieto,
Roberta Tardani, insieme all'assessore alle Politiche sociali e
all'Istruzione, Alda Coppola, e a quello alla Sicurezza,
Gianluca Luciani, ha incontrato la direttrice della casa di
reclusione di Orvieto, Anna Angeletti.
Accompagnata dal comandante del reparto di polizia
penitenziaria, Enrico Gregori, e dal segretario regionale del
Sappe, Fabrizio Bonino, la delegazione ha visitato la struttura
soffermandosi in particolare sulle officine per il lavoro del
ferro, del legno e dei tessuti. Si tratta del progetto "Lavoro
quindi produco" per promuovere e potenziare il lavoro
intramurale e favorire il recupero sociale e il reinserimento
lavorativo dei detenuti. Nell'istituto si trovano una
falegnameria e un'officina per la produzione di armadi, letti in
ferro e scaffalature metalliche, un sartoria e una tessitoria
per la produzione di lenzuola.
"L'iniziativa che porta avanti la direzione della Casa di
reclusione di Orvieto - ha quindi commentato il sindaco, Roberta
Tardani - rappresenta un unicum a livello nazionale. Non
esistono infatti in Italia altri istituti che garantiscono
questa attività a livelli praticamente paragonabili a quelli
industriali. Un progetto virtuoso non solo per le economie che
genera a livello centrale ma soprattutto per la funzione sociale
che svolge. Si parla molto della necessità di percorsi efficaci
di recupero e reinserimento, ovvero l'obiettivo della pena, ma
qui a Orvieto si ha la testimonianza concreta e quotidiana di
quello che è possibile fare per recuperare le professionalità
delle persone detenute o trasmetterne delle nuove necessarie a
garantire loro una continuità lavorativa nel momento del ritorno
alla libertà. Per questo tale esperienza va consolidata e
sviluppata dando certezze all'istituto".
Sempre nell'ottica di promuovere percorsi di inclusione
sociale e di accorciare le distanze tra carcere e società civile
favorendo processi di comunicazione e integrazione con la
comunità, l'Amministrazione comunale di Orvieto ha aderito al
progetto "I luoghi della giustizia" ideato dalle Associazioni
"Demetra" e "Arci Ragazzi gli anni in tasca".
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