Andrey Yakunin, quarantasettenne
di origine russe ma con passaporto della Gran Bretagna arrestato
dalle autorità norvegesi con l'accusa di aver pilotato un drone
nell'arcipelago artico delle Svalbard, stava in realtà
conducendo una spedizione artica naturalistica in barca e usava
i droni per la sicurezza dei viaggiatori. Lo ha precisato la
proprietà del castello di Antognolla, complesso con un resort e
residence di lusso sulle colline perugine del quale è a capo del
consiglio di amministrazione.
Yakunin risiede spesso a Perugia e la Antognolla spa ha
inviato una lettera a investitori e istituzioni per chiarire la
situazione. "Ci teniamo molto a fare piena chiarezza su quanto
accaduto" si sottolinea nel testo che l'ANSA ha potuto vedere.
"Come saprà - è detto ancora nella lettera - Andrey è
appassionato di natura, fotografia e sport estremi, come sanno
tutti quelli che lo conoscono e come è noto da tempo anche
pubblicamente. Gli piace anche fare fotografie ed era già stato
in una spedizione in Norvegia già qualche anno fa, come si può
facilmente verificare dalla sua attività sui social media". I
droni - aggiunge la nota - servivano "a controllare la rotta e
verificare la presenza di orsi polari, come è comune nelle
spedizioni artiche".
"Avendo anche la cittadinanza britannica - scrive ancora
Antognolla -, Andrey pensava che le restrizioni sull'uso dei
droni non si applicassero a lui.
Ad ogni modo sta collaborando pienamente con le autorità per
fornire tutte le informazioni necessarie per fare piena
chiarezza sul caso. Siamo certi che l'equivoco venga rapidamente
risolto".
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