Un primo incontro fattivo ed
importante nel quale la Regione Umbria "ha mostrato massima
disponibilità al confronto e nel quale si sono poste le basi per
lavorare insieme al fine di costruire insieme un sistema
sanitario aderente ai bisogni dei cittadini". E' questo il
bilancio del tavolo, convocato nei giorni scorsi dalla Regione
Umbria, che ha visto coinvolta la neo costituita Consulta
regionale delle professioni sanitarie e socio sanitarie, che
rappresenta circa 20mila sanitari umbri.
Erano presenti- riferisce una nota - l'assessore regionale alla
Sanità Luca Coletto, Mara Fabrizio responsabile del Centro unico
di formazione, i dirigenti generali Giuseppe De Filippis
(ospedale di Perugia), Massimo Braganti (Usl Umbria 1), il
direttore sanitario dell'Usl Umbria 2 Simona Bianchi, la
responsabile del Sitro dell'ospedale di Terni Monica Donati e i
presidenti o rappresentanti di molti degli Ordini delle
professioni sanitarie e socio sanitarie coinvolte.
Coletto ha illustrato le scelte sanitarie regionali rispetto al
Piano sanitario regionale - dalla riorganizzazione degli
ospedali e del territorio, al Pnrr, al centro unico di
formazione ed alla sinergia con l'Università - sottolineando la
forte necessità di riorganizzare ed attualizzare il modello
sanitario regionale coinvolgendo tutti gli stakeholder come gli
ordini professionali.
Successivamente sono intervenuti i rappresentanti degli Ordini
richiedendo che il tavolo della Consulta diventi permanente ed
un luogo dove i professionisti sanitari possano condividere
istanze, criticità e progettualità a supporto dell'istituzione
regionale. Hanno poi sottolineato il gravoso ruolo che gli
Ordini hanno svolto e svolgono nella gestione della normativa in
merito all'obbligo vaccinale per i sanitari. I presidenti o
delegati hanno anche ribadito l'importanza di un sempre maggior
coinvolgimento delle professioni sanitarie a supporto della
Regione nell'applicazione del prossimo Piano sanitario regionale
e nelle scelte in materia sanitaria. Sono state evidenziate,
infine, le criticità che i professionisti sanitari vivono
quotidianamente in questo momento storico e come, attraverso
momenti di confronto come questo, possano emergere possibili
soluzioni.
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