Per il segretario umbro del
Partito democratico Tommaso Bori la prima assemblea di "Coraggio
Pd" che si è svolta a Roma "è la prova" che c'è un movimento
"vitale" per il quale "la parola chiave è cambiamento, netto,
reale e radicale". All'appuntamento hanno partecipato oltre 600
tra segretari, amministratori, parlamentari, dirigenti e
militanti.
Bori, parlando della questione cambiamento ha fatto
riferimento "sia della linea politica che del gruppo dirigente
nazionale, votato solo alla propria autoconservazione". "Sono
gli stessi da 15 anni - ha aggiunto -, un'era geologica in
politica, tutto è cambiato nel mondo tranne loro che hanno
fallito su tutti i fronti. Hanno voluto un Pd senza identità. Un
partito incolore, inodore e insapore. Le elezioni le abbiamo
perse perché siamo isolati politicamente e non credibili: se
prometti cambiamenti, ma riproponi sempre gli stessi che hanno
fatto il jobs act, il rosatellum e il taglio dei parlamentari,
non sei coerente agli occhi della gente. C'è stato
autolesionismo anche sul tema delle alleanze - aggiunge -
abbiamo lavorato per anni sulla costruzione del campo largo,
tornando a vincere regioni e città, per poi vanificare tutto,
non si sa bene il perché e deciso da chi e dove, rassegnandoci
ad una sconfitta politica prima ancora che elettorale. Allora
non ci servono le vuote e gattopardesche rottamazioni del
passato, ma un serio processo di rinnovamento. Non una
rottamazione, ma una rivoluzione: significa che la generazione
che si è formata sul territorio a contatto con le persone e i
loro problemi, che si è già dimostrata capace di costruire il
consenso con idee nuove e vincenti, deve farsi avanti e mettersi
alla guida di un nuovo Pd. Questo - ha concluso Bori - è il
coraggio che ci serve, il coraggio del cambiamento".
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