Avere indebitamente beneficiato di
provvidenze comunitarie erogate nell'ambito del Programma
operativo nazionale a carico del Fondo europeo di sviluppo
regionale, concesse dal Ministero dell'Università e della
Ricerca, è l'ipotesi accusatoria che ha portato all'esecuzione
ad un decreto di sequestro preventivo disposto dal gip di Milano
su richiesta dalla Procura europea nei confronti di una società
ternana. Secondo gli inquirenti questa avrebbe percepito circa
230.000 euro quale profitto del reato di truffa aggravata ai
danni della Unione europea e dello Stato.
Il provvedimento è stato adottato al termine di un'indagine
condotta dal Nucleo di polizia economica finanziaria di Terni
sulla società, ora in liquidazione. Secondo la ricostruzione
degli inquirenti questa avrebbe, con la fittizia attestazione e
dichiarazione di presenze di personale dipendente impiegato
nello svolgimento delle attività finanziate (ricerca e
sviluppo), falsificato la documentazione di spesa di un progetto
di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, inducendo in
errore l'ente erogatore dei finanziamenti comunitari e
nazionali, circa l'entità delle spese sostenute per la sua
regolare conclusione. Percependo quindi in maniera indebita -
secondo l'accusa - contributi pubblici.
Sono stati deferiti alla Procura europea - si legge in una
nota della guardia di finanza - gli amministratori pro tempore
della società e contestata la responsabilità amministrativa
delle persone giuridiche.
Il personale del Nucleo di polizia economico e finanziaria di
Terni, su delega del Procuratore europeo, ha sequestrato il
presunto profitto del reato "congelando" la somma equivalente
presente sui conti correnti in uso alla società, così come
disposto dal gip.
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