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Scuse e risarcimento per Omphalos dopo insulti sul web

Scuse e risarcimento per Omphalos dopo insulti sul web

Accordo con quattro indagati per la 'messa in prova'

PERUGIA, 27 giugno 2024, 12:25

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Una lettera di scuse e il versamento di un risarcimento per l'associazione Omphalos, rappresentata dall'avvocata Elena Bistocchi, fanno parte di un accordo tra indagati e parte civile che ha portato il tribunale di Perugia a concedere la messa alla prova, con lo svolgimento di un programma di attività obbligatorie di pubblica utilità, a quattro persone rinviate a giudizio per gli insulti ricevuti dall'associazione sulle piattaforme social nel 2019.
    "Al rogo", "ve ce vorrebbe il fascismo almeno lo provate", "giù di manganello", "merce da termovalorizzare", "radere al suolo per il bene dei normali", "se comandavo io eravate tutte saponette" alcuni delle frasi rivolte a Omphalos - si legge in un suo comunicato - a seguito di un post su Facebook che ricordava il Perugia pride.
    Per Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos Lgbti, "non è pensabile che si possa utilizzare una simile violenza in modo così gratuito e pensare di farla franca". "Insultare le persone per il loro orientamento sessuale o per la loro identità di genere - aggiunge - non può essere più considerata solo ignoranza. Auspichiamo che la lettera di scuse e i lavori socialmente utili che queste persone saranno chiamate a fare, gli permettano di riflettere su quanto hanno commesso. Un ringraziamento particolare va all'avvocata Elena Bistocchi che ha seguito per l'associazione l'intero procedimento".
    L'associazione, con il proprio gruppo legale, ha annunciato di essere già al lavoro su altri commenti di odio, sempre ricevuti via social, in occasione del più recente Umbria pride del primo giugno scorso e che anche per questi verrà presentata "a breve" una denuncia alla polizia postale di Perugia.
    "Omphalos è intenzionata a proseguire, continuando a denunciare chiunque si permetta di utilizzare odio e diffamazione tramite social - conclude il presidente Bucaioni - se c'è ancora qualcuno che pensa di poter seminare odio e violenza contro le persone omosessuali e transessuali senza nessuna conseguenza farà bene a ricredersi. Chi semina odio raccoglierà denunce".
   

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