È Moreno Pasquinelli, storico
esponente "dell'Umbria che non si è mai piegata davanti ai
poteri forti e che non ha mai fatto compromessi con i
politicanti al loro servizio", il candidato alla presidenza
della Regione Umbria per il Fronte del Dissenso. L'annuncio
ufficiale è arrivato nel corso di una conferenza stampa che si è
tenuta nella sede dell'Assemblea legislativa.
Il movimento sorto dall'unione di militanti provenienti dai
più diversi luoghi sociali e culturali, e da cittadini che non
avevano precedenti esperienze politiche, parteciperà quindi con
una propria lista alle prossime elezioni regionali in Umbria.
Pasquinelli sarà alla testa della squadra di candidati che
dovranno portare "la spinta popolare" dentro l'Assemblea
legislativa regionale e che saranno scelti pertanto, è stato
spiegato, tra diverse figure sociali della regione, "a partire
da quelli che non hanno voce e rappresentativi di tutto il
territorio".
L'obiettivo a cui punta il Fronte del Dissenso - è stato
detto - è di ottenere almeno 25mila voti, soglia minima del 7%
che per Pasquinelli rappresenta "il non dichiarato apertamente
sbarramento infame" per portare almeno un consigliere in
Assemblea regionale.
Condizione numero uno per il movimento è quella di "cacciare
i mercanti dal tempio", espugnando così il Palazzo regionale,
"centro di corruzione e depravazione politica" e per Pasquinelli
diventato una "spelonca di ladroni", affinché diventi invece
"una vera e trasparente casa del popolo".
"Vogliamo portare nel palazzo - ha affermato il candidato -
una forte spinta rivoluzionaria di contestazione, la voce dal
basso dei cittadini e fare un'opera di pulizia per riportare non
solo l'onestà ma un amore per la nostra regione che negli ultimi
anni, e non solo con il centrodestra, non c'è più stato visti i
poteri asserviti al governo nazionale e all'unione europea".
"Siamo noi - ha proseguito Pasquinelli - l'anima degli umbri
arrabbiati, siamo infatti un nuovo movimento di emancipazione
delle classi oppresse e ci consideriamo rivoluzionari
conservatori perché mentre vogliamo custodire tutto ciò che di
buono c'è nelle nostre tradizioni, respingiamo un progresso
senza freni e rifiutiamo l'idea di un futuro disumano".
Oltre che il simbolo elettorale, in conferenza stampa è stato
presentato pure il programma con le prime proposte "per la
rinascita dell'Umbria". "Abbiamo un programma serio per
governare - ha spiegato ancora Pasquinelli - e non siamo un
gruppo di scappati di casa perché abbiamo radici solide in
Umbria e possiamo insegnare a questi politicanti come governare.
Non siamo qua per sbaglio ma perché abbiamo un'altra visione
della società e per questo dobbiamo bonificare le istituzioni".
Una bonifica che inizierà, ha sottolineato Pasquinelli,
dall'abolizione della figura del governatore-presidente "a
favore di un sistema di democrazia sostanziale per consegnare la
centralità all'assemblea legislativa di cui la Giunta è organo
strumentale".
Sulla sanità, invece, l'obiettivo del Fronte del Dissenso è
quello di abolire il piano di riassetto emanato dalla Giunta
Tesei "che prevede ulteriori tagli alle spese per salute a cura
delle persone" per varare così un nuovo piano "che premi il
servizio pubblico invece che quello privato".
L'accelerazione dell'annuncio della candidatura di
Pasquinelli è arrivata dopo - è stato detto ancora in conferenza
stampa - "l'entrata a gamba tesa" di Marco Rizzo, il candidato
alla presidenza regionale di Democrazia Sovrana e Popolare. Sono
definitivamente finiti infatti, come ha ricordato Pasquinelli, i
confronti per cercare di realizzare una coalizione per le
elezioni regionali umbre tra Fronte del Dissenso, Italexit,
Democrazia Sovrana e Popolare e il Comitato Umani confederato
con Insieme Liberi.
"Da un anno proponevamo incontri con tutti quelli che erano
vicini a noi - ha spiegato Pasquinelli - ma alcuni
raggruppamenti hanno preferito dare la priorità alle elezioni
europee, mentre per noi era più importante parlare alla nostra
gente. Quindi alla fine l'accordo e la convergenza sul nome non
è stato trovato perché prima Rizzo ha deciso di candidarsi senza
dirci niente e poi le altre proposte di candidati erano sempre
di importazione e non solide. Serviva invece una figura che
rappresentasse la storia dell'opposizione in questa regione".
"Ma i nemici sia chiaro sono altri e non sono certo quelli con
cui non abbiamo trovato accordi" ha commentato Pasquinelli.
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