Gli infortuni sul lavoro
sono ancora in aumento in Umbria e i sindacati chiedono di
mettere questo tema al centro del dibattito politico.
Cgil, Cisl e Uil dell'Umbria hanno rilanciato da Foligno la
loro piattaforma su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro,
riunendo in assemblea Rls e Rlst, ovvero le lavoratrici e i
lavoratori che svolgono il ruolo di rappresentanti a tutela
della sicurezza dei colleghi.
"I dati Inail 2024 - è stato sottolineato - confermano che il
fenomeno degli infortuni nei luoghi di lavoro in Umbria, anche
mortali, è ancora vasto e sta toccando alti livelli di allarme
sociale. Anche se in Umbria ci sono stati meno decessi nei primi
sette mesi del 2024 (11 contro le 17 del 2023) non possiamo
abbassare la guardia, visto che il numero di denunce di
infortunio (6.292, +281 sul 2023) e di malattie professionali è
aumentato ancora".
All'incontro sono intervenuti anche i segretari generali
Maria Rita Paggio (Cgil Umbria), Angelo Manzotti (Cisl Umbria) e
Maurizio Molinari (Uil Umbria). Sebastiano Calleri, responsabile
Salute e Sicurezza Cgil nazionale, ha concluso i lavori
riconoscendo l'importante percorso unitario avviato in Umbria.
"Quello di oggi - hanno rimarcato i sindacati nei loro
interventi, secondo quanto riferiscono in una nota - è un
appuntamento importante che vogliamo utilizzare per richiamare
ancora una volta l'attenzione di tutta la nostra comunità su
questo tema, a dieci mesi dalla presentazione della nostra
piattaforma unitaria alle istituzioni, sulla quale sia la Giunta
regionale che le associazioni datoriali non ci hanno degnato di
una risposta Lo facciamo oggi alla vigilia della campagna
elettorale per la Regione, con l'obiettivo di inserire questa
piattaforma nella discussione programmatica delle forze
politiche".
I dati sugli infortuni sul lavoro in Umbria indicano che il
settore più colpito è quello dell'industria e servizi con 4623
denunce di infortunio nei primi sette mesi del 2024 (entrando
ancora più nel dettaglio 1252 nell'industria, 652
nell'artigianato, 1112 nel terziario. In agricoltura siamo
passati da 435 a 453. Gli infortuni crescono a Perugia da 694 a
813 come a Terni, da 120 a 130 anche se in provincia di Terni le
denunce sono scese nei sette mesi di riferimento, da 1250 a
1215, salendo di conseguenza di più in quella di Perugia da 4761
a 5215.
La classe di età più colpita è quella che va da 45 a 59 anni.
"L'impegno messo in campo negli ultimi anni, attraverso le
modifiche normative e l'aumento delle risorse umane ed
economiche negli organi di controllo, è certamente un segnale
importante che sta già facendo registrare una crescita rilevante
nel numero delle indagini e verifiche svolte nei luoghi di
lavoro - hanno osservato Cgil, Cisl e Uil - ma questo non è
assolutamente sufficiente per affrontare i problemi, in
particolare in settori a rischio come in agricoltura e
l'edilizia, dove anche l'irregolarità del lavoro è più diffusa".
I sindacati chiedono dunque "che la Regione si faccia
promotrice di una continua collaborazione tra Inail, Inps,
Ispettorato nazionale del lavoro, carabinieri e Usl, per
garantire un lavoro 'degno e dignitoso'".
Oltre alla formazione di tutti i lavoratori (compresi quelli
stranieri) e dei datori di lavoro, Cgil, Cisl e Uil chiedono che
nelle aziende vi siano investimenti sull'utilizzo di nuovi
materiali (materie prime che in lavorazione non compromettano la
salute), di nuove tecnologie. È poi "determinante", secondo le
organizzazioni dei lavoratori, dare vita ad un progetto di
diffusione della cultura della sicurezza, unita alla
affermazione dei diritti dei lavoratori nelle scuole medie
superiori.
"In Umbria - hanno sottolineato ancora i sindacati nei loro
interventi -l'attuale Giunta regionale non ha voluto ascoltare
le nostre ragioni e non ha preso minimamente in considerazione
le nostre proposte, fatta eccezione per un intervento sui colpi
di calore nei settori dell'edilizia e dell'agricoltura, che è
servito comunque a scongiurare eventi gravi rispetto ai fenomeni
climatici".
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