Sono i giovani uno dei punti
cardine del programma elettorale della coalizione "In cammino"
che sostiene la candidata presidente alla Regione Umbria
Stefania Proietti. "L'Umbria registra un calo demografico e un
invecchiamento della popolazione molto marcati. Ai giovani vanno
offere le condizioni per un concreto progetto di vita nella
nostra regione", è scritto nelle proposte programmatiche.
Di questo la candidata presidente Proietti ha discusso
direttamente con più di 140 giovani "incontrati" durante una
diretta sui canali social della stessa Proietti.
"Vogliamo riprogettare l'Umbria insieme a voi - ha detto loro
Proietti - la Regione è l'ente pubblico che può fare la
differenza in quanto può realizzare politiche per i giovani e
finanziarle con risorse proprie ed europee. Può inoltre mettere
in campo progetti mirati e concreti per far tornare l'Umbria una
regione attrattiva per i ragazzi, dotandosi ad esempio di una
legge per i giovani talenti che, grazie ai fondi europei, riduca
il costo del lavoro per le imprese e nel contempo dia servizi ai
giovani, come realizzato nella vicina Emilia Romagna".
Al centro del confronto le preoccupazioni dei ragazzi
riguardo al cambiamento climatico, la necessità di
infrastrutture di rete che rendano tutta la Regione connessa,
oltre al potenziamento delle infrastrutture viarie, soprattutto
attraverso il trasporto pubblico.
I ragazzi hanno rappresentato, inoltre, le difficoltà incontrate
nell'avviare un'attività impreditoriale e la necessità di
adeguare le retribuzioni al costo della vita.
E poi la domanda: come incentivare i giovani a restare in
Umbria?
"La politica - ha risposto Proietti - è rimasta troppo a
lungo lontana dai giovani. C'è un forte divario tra formazione e
lavoro, tra ciò che i ragazzi chiedono e ciò che viene
realizzato che dovrà essere colmato al più presto, con un nuovo
ecosistema formazione-lavoro, cioè un tavolo permanente in cui
imprese di ogni settore e scuole di ogni ordine e grado,
università e Its (nostra eccellenza umbra), agenzie di
formazione e Arpal, confederazioni di categoria e istituzioni
pubbliche (Regione, Province, Comuni) e private, possano
iniziare a lavorare congiuntamente per colmare il divario oggi
esistente che sta minando il tessuto economico e sociale della
nostra Regione".
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