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Debole l'attività economica umbra nella prima parte del 2024

Debole l'attività economica umbra nella prima parte del 2024

I dati del rapporto della Banca d'Italia. Cresce l'occupazione

PERUGIA, 12 novembre 2024, 13:08

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'indebolimento dell'attività economica umbra, con conseguente rallentamento della crescita, è proseguito anche nella prima parte del 2024, con una dinamica del Pil (+0.2%) leggermente più contenuta rispetto a quella del Paese (+0,4%). A crescere ancora è invece l'occupazione con l'espansione nei servizi (+5,4%) che ha più che compensato il calo nell'industria (-9,3%).
    È quanto emerge dall'aggiornamento congiunturale sull'economia dell'Umbria presentato a Perugia dalla Banca d'Italia.
    Un quadro regionale che, ha ricordato il capo della Filiale di Perugia Miriam Sartini, "continua ad inserirsi in un andamento globale ed europeo di incertezza, debolezza e fiacchezza".
    Nell'industria, da dove arrivano indicazioni negative, l'andamento sfavorevole delle vendite sul mercato interno si è riflesso sul clima di fiducia delle imprese, in progressivo deterioramento. A migliorare è invece l'export, dove vanno bene agroalimentare, abbigliamento e aerospazio. L'attività edilizia ha continuato ad espandersi, settore dove hanno giocato un ruolo fondamentale gli investimenti pubblici finanziati dal Pnrr.
    È rimasto positivo, come sottolinea ancora la ricerca, l'andamento del settore terziario che ha continuato a beneficiare del supporto fornito dal comparto turistico, i cui flussi hanno raggiunto nuovi massimi.
    Ci sono poi segnali di peggioramento per la redditività, con la riduzione di imprese che prevedono di chiudere in utile.
    Prosegue inoltre il calo dei finanziamenti alle imprese e peggiora la qualità del credito alle stesse.
    Capire cosa succederà in futuro è difficile, come ha rimarcato Sartini. Una vera e propria situazione di "stasi", quella definita, per le tante incognite ancora in campo: "L'aspetto di lungo periodo non è molto confortante perché abbiamo ancora conflitti, frammentazione del commercio globale con Paesi sempre più divisi in blocchi. L'Europa e l'Italia hanno bisogno di riforme urgenti perché bisogna affrontare sfide di innovazione, produttività, demografia e flussi migratori, tutti ingredienti che servono per migliorare anche i conti pubblici. Nessuna regione può sganciarsi da un contesto del genere e portare a termine in termini utili i progetti Pnrr diventa fondamentale".
   

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