L'accordo di programma per Acciai
speciali Terni "è sì all'ultimo miglio, ma fermo", da "troppi
mesi": a dirlo, in una nota, sono il segretario regionale della
Cisl Umbria, Riccardo Marcelli, e quello generale della Fim Cisl
Umbria, Simone Liti, secondo cui l'intesa "è un'occasione da non
sprecare".
La riunione del 30 dicembre scorso al ministero del Made in
Italy, scrivono i due sindacalisti, "ha confermato, purtroppo,
una sensazione: per la prima volta almeno nella storia degli
ultimi trent'anni, gli attori protagonisti, Governo, Regione,
Comune, hanno dato l'impressione di non essere coesi verso il
raggiungimento di un obiettivo comune, quello della protezione
delle produzioni in viale Brin con relativa salvaguardia
occupazionale, passando attraverso un piano di investimenti,
pubblico-privato, in grado di traguardare l'Acciaieria verso una
manifattura sempre più sostenibile da un punto di vista
ambientale economico e sociale".
Marcelli e Liti si chiedono dunque se "gli attori sono ancora
convinti della strategicità del sito ternano in chiave non solo
localistica ma anche internazionale". "La produzione di acciaio
inossidabile insieme a quella dei fucinati e dei tubi, pur nelle
fasi di un mercato in continua fibrillazione - continuano -,
rappresenta ancora un volano l'Italia? Se le risposte sono
positive è chiaro che ognuno debba metterci del proprio
salvaguardando gli interessi di una comunità". "Come Cisl e Fim
Cisl - concludono - ribadiamo che tocca alle istituzioni
dimostrare in tempi rapidi e certi che si possano confezionare
progetti di politica industriale di caratura europea a sostegno
di Arvedi Ast".
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