Dopo l'audizione con le
associazioni venatorie, gli Atc e le associazioni degli
agricoltori, la terza Commissione dell'Assemblea legislativa,
presieduta da Eleonora Pace, ha dato parere favorevole, unanime,
alla proposta di calendario venatorio per la stagione di caccia
2022-'23.
Alcuni consiglieri regionali, Fabio Paparelli e Michele
Bettarelli (Pd), Valerio Mancini e Stefano Pastorelli (Lega)
avevano chiesto se non fosse più opportuno anticipare la caccia
al cinghiale al 1 ottobre, vista la proliferazione della specie
e i danni che produce ed anche in considerazione del problema
peste suina, che per il momento non sta interessando l'Umbria.
L'assessore regionale all'agricoltura, Roberto Morroni, ha
detto però - si spiega in una nota di Palazzo Cesaroni - che la
proposta dei consiglieri pare "irrispettosa" nei confronti di un
accordo già raggiunto in sede di Consulta faunistico venatoria
fra i rappresentanti di tutte le associazioni presenti, che
hanno dato il via libera al Calendario venatorio arrivando a un
accordo e alla condivisione generale del testo, nonostante
fossero partiti con diversità di vedute (si chiedeva, ad
esempio, di diversificare la data di apertura al cinghiale fra
le due province, Perugia un mese prima di Terni, invece sarà il
16 ottobre per tutti).
Alla fine è arrivato il parere favorevole al testo proposto
dalla Giunta da parte di tutti i componenti la commissione,
anche se Pastorelli e Mancini e la stessa presidente di
commissione, Eleonora Pace, hanno voluto sottolineare che le
responsabilità, nel caso qualcosa dovesse rivelarsi inadeguato,
ricadrebbero esclusivamente su assessore e associazioni, che si
sono trovati concordi nel difendere l'intesa raggiunta nel
percorso partecipativo.
Cacciatori e agricoltori hanno anche espresso la
consapevolezza che, in caso di peste suina in Umbria, tutto
verrebbe a cadere, e che comunque per risolvere i problemi
apportati dai cinghiali servirà una programmazione specifica che
vada al di là del semplice calendario venatorio. Le associazioni
degli agricoltori chiedono che l'opera di contenimento della
specie cinghiale sia fatta in maniera più incisiva, perché ai
notevoli danni alle colture si aggiunge il problema dell'aumento
dei costi.
Gli Atc hanno fatto rilevare che le risorse in dotazione per
rifondere i danni si stanno rivelando in qualche caso
inadeguate: l'Atc 2, con dotazione di 195 mila euro ha potuto
risarcire i danni al 100 per cento e trattenere risorse per fare
altro; lo stesso ha potuto fare l'Atc 3 con risorse pari a 245
mila euro, mentre l'Atc 1, pur contando su 673 mila euro, ha
potuto risarcire solo il 74 per cento del totale delle richieste
per danni, interessando un territorio con superfici coltivate
molto più estese. È stato fatto notare che con un fondo unico si
sarebbe potuto ripagare tutti.
Il documento in sé ricalca lo stesso schema degli anni scorsi
sia per i tempi che per le modalità: la stagione si aprirà
domenica 18 settembre, altri giorni del mese saranno mercoledì
21, sabato 24, domenica 25 e mercoledì 28 settembre. Per la
restante stagione venatoria, la caccia è consentita per tre
giorni alla settimana a scelta del cacciatore, fermo restando il
silenzio venatorio nei giorni di martedì e venerdì.
Non è prevista, al momento, la preapertura con l'inserimento
della specie tortora, perché per queste ci sono prescrizioni
molto precise che dicono di ipotizzarne il prelievo solo in
presenza di dati certi, risultanti dalle precedenti stagioni
venatorie, i cui tesserini sono ancora in fase di controllo.
Un eventuale aggiornamento della situazione - si legge ancora
nella nota - potrebbe rimettere in gioco una preapertura nelle
prime domeniche di settembre.
L'assessore Morroni ha annunciato che a metà luglio ci sarà un
nuovo momento di incontro e partecipazione con i rappresentanti
di tutte le associazioni.
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