E' dovuta a un batterio (Aeromonas
hydrophila) "assolutamente non nocivo" per l'uomo la moria di
pesci riscontrata nel Trasimeno. E' quanto emerso dagli
accertamenti fatti svolgere a seguito di alcune segnalazioni
dall'assessore regionale alla Salute Luca Coletto al Servizio
regionale di prevenzione.
La Regione spiega che si tratta di una manifestazione che si
ripete spesso nel corso delle stagioni e avviene a causa della
"eutrofizzazione" che provoca l'eccessivo accrescimento degli
organismi vegetali, come le alghe, frutto della presenza
nell'ecosistema acquatico di dosi troppo elevate di sostanze
come azoto, fosforo o zolfo. Di conseguenza, causa una
diminuzione "notevole" dell'ossigeno e favorisce la
proliferazione di questi batteri, che poi attaccano i pesci.
Dall'Istituto zooprofilattico sono stati esaminati due pool di
esemplari di carassio (Carassius auratus) appartenenti ad un
episodio di mortalità acuta che si è verificato ad aprile.
Dal punto di vista batteriologico è stata riscontrata la
presenza di Aeromonas sobria, un germe comunemente presente
negli ambienti acquatici, sia d'acqua dolce che salata, da
sempre considerato patogeno opportunista, è in grado di
infettare i pesci. In laghi poco profondi e con scarso apporto
idrico, come appunto il Trasimeno, nei periodi di scarsa o
assente piovosità nonché di transizione fra una stagione e
l'altra, che comportano oscillazione della temperatura delle
acque - spiega ancora la Regione -, è facile il verificarsi di
cospicue fioriture algali e, di conseguenza, di fenomeni
caratterizzati dalla scarsità di ossigeno disciolto (condizione
di ipossia), condizione questa che induce stress negli organismi
acquatici nonché possibile virulentazione di agenti batterici
potenzialmente in grado di indurre patologia nei pesci.
L'unione di questi fenomeni ambientali con il possibile
stress immunitario nei carassi, indotto dalla densità elevata,
potrebbe spiegare il perché la patologia sia esplosa attualmente
soltanto in questa specie.
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