Dieci proposte per cambiare la
sanità pubblica in Umbria, in risposta ad altrettante criticità.
Il "Patto avanti" della coalizione di centrosinistra ha
presentato "Prima la salute", il Manifesto per la sanità
pubblica elaborato dopo mesi di mobilitazione sanitaria sul
territorio regionale.
Al Barton Park di Perugia sono intervenuti esponenti regionali
e nazionali di tutte le forze politiche di coalizione come
ulteriore tappa del percorso voluto da Partito democratico,
Movimento 5 stelle, Alleanza Verdi Sinistra, Democrazia
Solidale-Demos, Partito socialista italiano e movimenti civici
umbri di area, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.
A concludere gli interventi, con la presenza in sala anche di
esponenti di Azione, è stato il senatore e tesoriere del Pd
Michele Fina, per unire la battaglia nazionale con quella
regionale: "Sono grato a chi ci aiuta ad affermare che al al
centro della nostra Costituzione ci sono i diritti delle persone
a partire da quello alla salute per una sanità giusta ed equa.
Nel nostro paese c'è un problema serio, c'è chi deve rinunciare
alle cure o andare lontano a curarsi e chi deve rivolgersi alla
sanità privata. Anche la Fondazione Gimbe ha detto che siamo al
collasso come sistema sanitario nazionale e per questo la legge
Schlein, al centro della nostra proposta politica, punta a
rimettere in piedi il sistema".
Il manifesto per "mobilitazione sanitaria regionale", come è
stato spiegato, arriva quindi dopo un sopralluogo delle
strutture sanitarie umbre e il coinvolgimento degli operatori
sanitari e dei cittadini.
"Questi - è stato affermato - ogni giorno si misurano con lo
stato di salute del Servizio sanitario regionale durante la
Giunta Tesei. Ma per la Giunta regionale, e il Governo Meloni,
queste da noi indicate non sono priorità. Per noi invece il
diritto alla salute e il rilancio della Sanità pubblica sono
priorità assolute".
Tra le "criticità" evidenziate, c'è "la rinuncia di un
paziente su dieci alle cure per i costi insostenibili o gli
spostamenti impraticabili", ci sono le liste d'attesa
"lunghissime", le agende di prenotazioni "chiuse" e le
prestazioni sanitarie "inaccessibili". C'è poi un sistema
sanitario "sotto-stress e sotto-organico", un Piano sanitario
proposto dalla Giunta Tesei "arenato in commissione", con i
fondi per la sanità "che vengono tagliati e vengono ridotte le
risorse per il finanziamento complessivo della sanità pubblica".
Ma ancora, ci sono "disuguaglianze territoriali nella
distribuzione dei servizi sanitari", c'è il "depotenziamento
della rete dell'emergenza urgenza", ci sono "mancati
investimenti nel rinnovo delle strumentazioni e nella
riqualificazione delle strutture sanitarie".
In questo modo, per la coalizione le aziende ospedaliere e le
aziende sanitarie "sono passate dall'essere attrattive e di
qualità ad un crollo verticale registrato in maniera ufficiale e
oggettiva nelle recenti classifiche". Per finire, in merito alla
"Riforma Calderoli" sull'autonomia differenziata, la proposta
del governo "mina alla base l'eguaglianza nell'accesso alle cure
e la tutela della salute".
Da queste criticità il manifesto contiene quindi le dieci
proposte "per cambiare le cose". "Per questi obiettivi ci stiamo
battendo nelle istituzioni e mobilitando nella società" è stato
ricordato. Primo obiettivo è quindi quello di "fermare la
privatizzazione e invertire il processo in atto con la revisione
strategica del ruolo di tutti i privati in sanità nel segno
della complementarità con il servizio sanitario".
E poi "tornare ad investire sulla prevenzione e sulla
promozione della salute come cura, a partire da quella primaria
e dagli stili di vita", puntando anche "al rafforzamento dei
dipartimenti di prevenzione, e a programmare gli screening
oncologici, efficaci e gratuiti".
Per la coalizione, inoltre, la sanità "non è un costo, ma un
investimento". "Abbiamo depositato in Consiglio regionale la
proposta di legge per richiedere a Governo e Parlamento di
destinare almeno il 7,5% del Pil al Fondo sanitario nazionale" è
stato evidenziato.
Altra proposta del manifesto è poi quella di "promuovere un
piano straordinario di assunzioni, abolire il tetto per la spesa
del personale e azzerare le liste d'attesa superando la logica
dei piani straordinari".
Rilanciare quindi il Sistema sanitario regionale è la priorità,
"riorganizzandolo con l'integrazione tra Aziende ospedaliere e
Aziende sanitarie territoriali, non smantellando i distretti e
disciplinando il convenzionamento con L'Università".
Inoltre, "riattivare la Rete oncologica regionale e garantire
la piena operatività del Registro Tumori" ma anche "rimotivare e
valorizzare al meglio gli operatori sanitari che sono la risorsa
primaria e non rimpiazzabile della sanità pubblica".
Altro aspetto di "Prima la salute" è quello che guarda
"all'attuazione della riforma della medicina di prossimità con
assistenza 24 ore al giorno e sette giorni su sette, creando una
rete di case della comunità, ospedali di comunità e centrali
operative territoriali, funzionali e funzionanti, non solo sulla
carta".
Infine per il manifesto "è necessario considerare la salute
mentale come una priorità sanitaria e sociale, non accessoria e
secondaria, ampliando quindi i servizi pubblici di salute
mentale", così come "accelerare la definizione dei decreti
attuativi e stanziare risorse adeguate a dare concretezza alla
legge sulla non autosufficiente, oltre che approvare
urgentemente una buona norma sui caregiver".
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