"In Italia la centralità del
sistema di contrattazione collettiva non solo costituisce una
fonte di regolazione dei rapporti individuali di lavoro ma,
soprattutto, è un meccanismo istituzionale di autogoverno delle
dinamiche della domanda e della offerta di lavoro proprio perché
sede naturale della compensazione tra istanze economiche e
istanze sociali. In tale contesto le sigle sindacali
maggiormente rappresentative dei lavoratori Cgil, Cisl e Uil e
delle associazioni delle cooperative hanno sottoscritto il nuovo
Ccnl delle cooperative sociali": così Edi Cicchi, assessore del
Comune di Perugia e candidata alle comunali con Progetto
Perugia. "Ricordo tuttavia che sia nella versione precedente che
nella versione attuale contemplano un salario minimo orario ben
superiore alle 9 euro l'ora, e non si potrà mai tornare indietro
avendola già superata già dei precedenti contratti" aggiunge.
"Una domanda però sorge spontanea - afferma Cicchi in una
nota -, si è capito che ormai non esiste più il tema del salario
minimo per lo meno per le cooperative sociali? Perché delle due
l'una: o non sa di cosa parlare e come si determina il costo del
lavoro negli appalti di servizi socio-assistenziali-educativi o
sono solo slogan in contrasto ai principi costituzionali e
legislativi nazionali e comunitari in materia di appalti e
contrattazione collettiva maggiormente rappresentativi.
L'amministrazione ha dunque deliberato delle linee di indirizzo
per poter definire quanto dovuto alle cooperative sociali e
ribadisce che nella predisposizione delle procedure di appalto
dell'area servizi alla persona ha sempre operato nel pieno
rispetto della legge vigente nazionale e regionale e della
contrattazione collettiva maggiormente rappresentativa, e che
sono ormai già alcuni anni che si sta lavorando attraverso forme
di co-progettazione perché si ritiene fondamentale l'apporto
progettuale del terzo settore".
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