Quattro persone residenti in Valle d'Aosta sono state denunciate per frode nelle pubbliche forniture in concorso dai carabinieri del nucleo investigativo del Gruppo Aosta.
Gli indagati sono Maurizio Fea, della Natatio omnibus, Gianluca Fea (dirigente della struttura Edilizia residenziale dell'assessorato regionale Opere pubbliche), coinvolto come membro del cda di Regisport, Nicola Abbrescia, legale rappresentante di Regisport, Pamela Sorbara, dell'Aosta nuoto.
I responsabili della società cooperativa aggiudicataria dell'appalto della Regione Valle d'Aosta per la gestione delle piscine regionali di Aosta, Verres e Pré-Saint-Didier, per il periodo dal primo settembre 2017 al primo settembre 2027, "gestione indicata quale pubblico servizio", secondo gli inquirenti hanno omesso di "organizzare corsi natatori specificatamente previsti da capitolato in capo alla società aggiudicataria dell'appalto, demandandoli alle società sportive utilizzatrici degli spazi acqua delle piscine regionali".
Inoltre, sempre in base alle indagini, non hanno controllato, come previsto "da capitolato in capo alla società aggiudicataria dell'appalto, che le predette società sportive si attenessero agli standard dei servizi e delle tariffe previsti dall'amministrazione regionale. Nello specifico, venivano organizzati corsi natatori e di ginnastica in acqua a prezzi maggiorati e di durata inferiore rispetto a quelli indicati nel capitolato regionale, procurando un indebito guadagno alle società sportive con conseguente pregiudizio economico per gli utenti".
La cooperativa Regisport nel giugno 2017 si è aggiudicata la gestione per dieci anni delle tre piscine regionali, per un importo di 5 milioni 357 mila euro e con un ribasso del 6,78 per cento. Natatio omnibus e Aosta nuoto organizzano invece i corsi di nuoto.
Proprio sui corsi, in base alle indagini dei carabinieri coordinate dal pm Luca Ceccanti, nel periodo che va dal settembre 2017 al settembre 2018 vi sono state difformità rispetto a quanto previsto dal contratto tra Regione e Regisport. In particolare in alcuni casi le lezioni che avrebbero dovuto essere di un'ora erano in realtà di 45 minuti e le tariffe erano state incrementate, per valori da 50 centesimi a tre euro in più ogni 60 minuti. Sempre in base alle indagini, non è emersa alcuna responsabilità a carico della Regione. Nell'ambito dell'inchiesta, aperta a settembre e chiusa nei giorni scorsi, sono state eseguite diverse perquisizioni e sono stati sentiti alcuni funzionari regionali.
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