Sono stati trovati morti i due dispersi dell'incidente aereo avvenuto ieri sotto il Rutor, a 2.600 metri di quota. Erano a 50 metri dalla carcassa dell'elicottero, sepolti sotto la neve. I corpi sono stati trasportati a valle. Le ricerche - a cui hanno partecipato una ventina di uomini tra Soccorso alpino valdostano, vigili del fuoco, guardia di finanza - sono concluse. Sul posto hanno operato anche unità cinofile. E' previsto anche un sopralluogo dei tecnici investigatori dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, impegnati a ricostruire la dinamica dell'incidente che ha coinvolto un ultraleggero da turismo (uno Jodel quattro posti) e un elicottero che faceva servizio eliski. Il bilancio sale a sette morti e due feriti gravi.
Istruttore volo aereo, non abbiamo visto elicottero - "Ci stavamo avvicinando alla zona di atterraggio, la manovra era già iniziata, all'improvviso ci siamo trovati davanti l'elicottero, non lo avevamo visto". E' quanto ha riferito - secondo quanto appreso dall'ANSA - Philippe Michel, di 55 anni, istruttore di volo di Mennecy, sopravvissuto all'incidente avvenuto sotto il Rutor tra un ultraleggero e un elicottero adibito al servizio di eliski. Era seduto dietro all'aereo, mentre davanti c'erano i due allievi, un belga di 51 anni e un francese di 59 anni, entrambi morti.
Tra le vittime sono il pilota dell'elicottero Maurizio Scarpelli, di 53 anni, toscano, e la guida alpina Frank Henssler di 49 anni. Gli altri tre passeggeri deceduti non sono stati ancora identificati. Con loro c'era una sesta persona rimasta ferita. Sull'aereo si trovavano un istruttore pilota e due allievi francesi, di cui uno ferito e due dispersi. I due sopravvissuti sono ricoverati in prognosi riservata nel reparto di rianimazione dell'Ospedale Parini di Aosta, dove è stato attivato il piano per le maxi emergenze. La dinamica dell'incidente, avvenuto poco prima delle 16 a quasi 3.000 metri di quota, è ora al vaglio dei finanzieri del Sagf di Entreves. Dai primi riscontri risulta che l'elicottero della ditta Gmh, che effettua normalmente in zona le rotazioni con gli sciatori, stava decollando, quando all'improvviso si è incrociato con un SAN Jodel D.140 in fase di atterraggio. L'ultraleggero proveniva dall'aeroporto savoiardo di Megeve (Francia), ma alla torre di controllo dello scalo regionale di Saint-Christophe (Aosta) non risulta alcun piano di volo ad esso riconducibile. L'ipotesi è che il pilota possa aver sconfinato abusivamente proprio per provare l'emozione di un atterraggio sul ghiacciaio del Rutor, meta ambita degli amanti del volo in montagna. In passato "alcuni piccoli aerei francesi sono stati sorpresi ad atterrare sul ghiacciaio senza alcuna comunicazione alle autorità italiane, una volta si è verificato anche un atterraggio di emergenza in paese, sulla strada regionale, con tanto di sanzione da parte delle forze dell'ordine", racconta Mathieu Ferraris, sindaco di La Thuile. Il procuratore capo di Aosta Paolo Fortuna e il sostituto procuratore Carlo Introvigne hanno effettuato un sopralluogo: verrà aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio colposo plurimo e disastro colposo. L'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) ha disposto l'apertura di un'inchiesta di sicurezza. L'allarme, giunto alla centrale unica di soccorso di Aosta alle 16.01, è stato dato da una guida alpina che non riusciva a contattare l'elicottero. Immediatamente è intervenuto l'elicottero della Protezione civile della Valle d'Aosta con le guide del soccorso alpino valdostano, mentre dal Piemonte sono partiti altri due velivoli in appoggio. Per estrarre i corpi dalle lamiere si è reso necessario l'intervento della squadra taglio dei vigili del fuoco di Aosta. "Si è trattato di un intervento difficile - spiega Paolo Comune, direttore del soccorso alpino valdostano - per il numero delle persone coinvolte e per l'imminente tramonto del sole: abbiamo dovuto operare in velocità prima che arrivasse il buio, domani torneremo con due elicotteri e cercheremo i due dispersi tra i relitti".
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