E' supponibile che "stessero volando verso le aree atterrabili del ghiacciaio del Rutor" l'aereo da turismo proveniente da Megève (Francia) e l'elicottero dell'eliski che il 25 gennaio si sono scontrati a quasi 2.400 metri, provocando sette morti. La collisione "in volo sembra essere avvenuta tra l'aeroplano a una quota superiore rispetto a quella dell'elicottero" . Lo scrive il tribunale del Riesame di Torino - riportando le conclusioni di una nota tecnica preliminare degli investigatori dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) - nell'ordinanza che dispone gli arresti domiciliari per il pilota francese Philippe Michel (64).
"Dopo il primo contatto l'elicottero avrebbe subito gravi danni a carico delle pale del rotore principale, che ne hanno impedito il sostentamento in volo e probabilmente anche il mantenimento ad un assetto livellato": "la distribuzione dei rottami pare coerente con un primo contatto avvenuto con entrambi i velivoli, aventi una prua orientata sostanzialmente verso sud".
Riesame, pilota voleva nascondere presenza aereo ad autorità - "Vi è motivo di ritenere che Michel abbia evitato di ottemperare a tutti gli obblighi di comunicazione previsti dalla normativa, volendo piuttosto proprio nascondere alle autorità competenti la presenza del velivolo da lui condotto nella zona del Rutor". Lo scrive il tribunale del Riesame di Torino nell'ordinanza con cui ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti del pilota francese Philippe Michel, di 64 anni. L'uomo, agli arresti domiciliari, è indagato per disastro aereo colposo aggravato e omicidio colposo plurimo aggravato a seguito dello scontro tra un aereo da turismo francese e un elicottero dell'eliski, avvenuto lo scorso 25 gennaio.
Emerge inoltre una "propensione al dispregio nei confronti di regole stabilite per la sicurezza collettiva" dal "comportamento tenuto" dal pilota francese.
"La differenza" - si legge - nelle "condizioni dei due mezzi è chiara; l'elicottero svolgeva un'attività autorizzata e comunicata, l'aereo (su cui si trovava Michel, ndr) aveva intrapreso un viaggio non comunicato, forse con l'intenzione di compiere un atterraggio non consentito, e non aveva segnalato la sua presenza nello spazio Fir di Milano".
Testimone,visto un aereo a bassa quota vicino a impianti sci - Tre giorni dopo la tragedia del 25 gennaio sul ghiacciaio del Rutor, un testimone ha riferito spontaneamente ai carabinieri di La Thuile di aver visto dal rifugio Ideal di Megève (Francia), durante lo stesso pomeriggio dell'incidente, "due passaggi a bassissima quota di un aereo da turismo bianco con linee rosse e forse decorazioni blu". Erano le "15.10-15.30" e "il velivolo è sbucato dal basso quasi all'altezza del terrazzo del rifugio in mezzo alla valle e ha volato quasi rasente al suolo a poche decine di metri, situazione che" all'uomo, un italiano, "è parsa atipica e pericolosa per la presenza di numerosi impianti di risalita, l'affollamento e la densità dei turisti". Nell'ordinanza del tribunale del Riesame di Torino non si fa riferimento alla possibile o meno compatibilità dell'aereo avvistato con il Jodel D-140 F, bianco e rosso, che si è scontrato con l'elicottero della società Gmh. Il velivolo con a bordo il pilota arrestato, Philippe Michel, era partito alle 14.15 dall'aeroporto di Megève, a circa 30-40 chilometri in linea d'aria dal ghiacciaio. La morte delle vittime è stata fatta risalire dal medico legale verso le 15.30.
Nel provvedimento il tribunale del Riesame scrive che "la mancata traduzione in lingua conosciuta all'indagato (contestata dalla difesa rispetto all'ordinanza del gip di Aosta che era in italiano e non in francese, ndr) di per sè stessa comporta la nullità a regime intermedio del provvedimento"; tuttavia "si è verificata una sanatoria della suddetta nullità" con la richiesta di riesame, in cui sono stati articolati "motivi" non "attinenti a mere questioni pregiudiziali, ma a questioni di merito".
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