La "riduzione degli impianti di sci" per indirizzarsi verso "forme di riconversione che colgono due aspetti fondamentali: l'adattamento e il lavoro sulla mitigazione, cioè la produzione della minor quantità possibile di anidride carbonica". Così Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente, ha sintetizzato le conclusioni del Dossier Nevediversa 2019. Partendo da una stima del costo per chilometro di una pista - 44 mila euro - si chiede: "Con il costante aumento delle temperature ha ancora senso sovvenzionare stazioni sciistiche a 1.800 metri?". Definisce quindi "progetti anacronistici il collegamento di Cime Bianche in Valle d'Aosta, l'ampliamento dell'area sciistica nell'Alpe Devero (Vco), l'Ortler Ronda nell'area sciistica di Solda (Bolzano) e il collegamento Padola-Sesto Pusteria (Bolzano)". A ciò si aggiunge "l'incremento, emerso dal rapporto Skipass, degli utenti della 'neve al naturale (ciaspole, scialpinismo e sci di fondo, ndr), ormai il 24,3% del totale".
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