Il Tar ha disposto la sospensione della revoca della licenza a una delle sette sale slot - sulle otto operanti in Valle d'Aosta - ordinata dalla questura in applicazione della normativa regionale contro l'azzardopatia.
L'udienza per la trattazione nel merito è fissata il 4 febbraio 2020. A presentare ricorso è la Led srl di Rovato (Brescia), titolare della sala giochi 'Joy village - Lucky ville' di Quart.
Per i giudici "la qualificazione delle Università quali luoghi sensibili non appare del tutto pacifica, in assenza di una espressa e univoca indicazione normativa" come pure "la modifica" dei "criteri per calcolare la distanza delle sale giochi dai predetti luoghi sensibili, che deve avvenire in linea d'aria e non più sulla base del percorso pedonale più breve, non appare del tutto ragionevole, soprattutto nel caso, come quello oggetto del presente contenzioso, in cui la conformazione dello stato dei luoghi risulta affatto peculiare rispetto alle finalità di tutela perseguite dalla normativa regionale".
"Stiamo ancora valutando se è opportuno proporre un ricorso alla Corte costituzionale o aspettare una norma nazionale: anche alla luce della decisione di oggi del Tar valuteremo tutti insieme il da farsi". Lo spiega Gianluca Genestrone, gestore della sala scommesse e sala slot che ha chiuso alla stazione di Aosta dopo l'applicazione della normativa regionale contro l'azzardopatia. "Purtroppo - prosegue - noi abbiamo già chiuso locali e licenziato dipendenti, quindi dobbiamo pensare bene a ciò che facciamo. L'applicazione della norma è partita in questo momento solo per i locali dedicati e quindi ci sono ancora dei locali non dedicati, tabaccai piuttosto che pubblici esercizi, che hanno, ancora un po' a macchia di leopardo, alcune attività di gioco". La chiusura ha avuto ripercussioni sull'occupazione: "Delle persone che conosco io, sono una ventina quelle che hanno perso il lavoro tra giugno e luglio. La ricaduta chiaramente è maggiore" se si stimano quattro o cinque persone per ognuna delle sette sale slot chiuse. Il discorso è diverso per i tabaccai, che "hanno tolto le slot il primo di gennaio e le scommesse sportive il primo di giugno".
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