Il gip di Aosta ha accolto la richiesta di incidente probatorio avanzata dalla procura per una perizia che valuti i bilanci della Casinò de la Vallée dal 2011 al 2017, nell'ambito dell'inchiesta per bancarotta fraudolenta sulla gestione della società. L'udienza per il conferimento dell'incarico a 3 consulenti è fissata il 27 novembre. Gli indagati sono gli ex amministratori unici Luca Frigerio, Lorenzo Sommo e Giulio Di Matteo e gli ex sindaci Fabrizio Brunello, Jean Paul Zanini e Laura Filetti.
Alla base della bancarotta ipotizzata c'è un dissesto causato, secondo la procura, sia dai 3 milioni e 488 mila euro di consulenze attribuite da Di Matteo ("compensi del tutto ingiustificabili alla luce dello stato di grave crisi in cui si trovava la società") sia dal presunto falso in bilancio contestato agli altri indagati (l'esposizione - indebita per l'accusa - nei bilanci 2012, 2013, 2014 e 2015 di imposte anticipate per, rispettivamente, 7.940.784 euro, 16.565.145 euro, 22.516.743 euro e 23.974.946 euro).
Non vale il principio del divieto di un secondo giudizio (il 'ne bis in idem') nel caso della perizia - chiesta dalla procura di Aosta e disposta dal giudice - sui bilanci della Casinò de la Vallée spa dal 2011 al 2017. Lo scrive il gip Giuseppe Colanzingari dell'ordinanza di ammissione di incidente probatorio, con cui nomina i professori Enrico Laghi (ordinario di Economia aziendale alla Sapienza di Roma), Vittorio Dell'Atti (direttore del dipartimento di studi aziendali e giusprivatistici dell'Università degli studi di Bari Aldo Moro) e Michele di Marcantonio (professore associato di Economia aziendale nello stesso ateneo barese). Per il giudice è una "complessa attività di analisi e valutazione di documentazione che può essere adeguatamente compiuta solo da persone in possesso di specifiche competenze tecniche e scientifiche". Una perizia che, se disposta in dibattimento, comporterebbe un stop "superiore a 60 giorni". Le difese degli ex sindaci Fabrizio Brunello, Laura Filetti e Jean Paul Zanini avevano eccepito, in particolare, che i loro assistiti erano già stati assolti dall'accusa di falso in bilancio nel processo per truffa sui 140 milioni di euro di fondi regionali erogati alla casa da gioco tra il 2012 e il 2015. "L'ordinanza ammissiva dell'incidente probatorio - scrive il gip - non è vincolata alla sussistenza di gravi indizi di colpevolezza (ciò che rende non rilevante il richiamo alla sentenza pronunciata dal gup presso questo tribunale) bensì, tra l'altro, al riscontro della rilevanza della prova richiesta in dibattimento". Per il gip, poi, "ancora evidente è la divergenza tra il reato di truffa (in cui tra l'altro è richiesto l'ingiusto profitto con altrui danno) e quello di" bancarotta fraudolenta. "E' infine irrilevante nella presente sede" che nel processo per truffa e falso in bilancio la procura "abbia affermato la superfluità di una perizia tecnico contabile".
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