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Corruzione a Oyace: quattro indagati, anche attuale sindaco

Corruzione a Oyace: quattro indagati, anche attuale sindaco

Per Sandro Favre ipotesi falso con Domaine e segretario comune

AOSTA, 21 agosto 2020, 16:55

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La procura di Aosta ha chiuso l'inchiesta su un presunto caso di corruzione avvenuto ad Oyace.
    Sono quattro gli indagati a vario titolo: l'ex sindaco di Oyace Remo Domaine (51), l'imprenditore ed ex assessore a Bionaz Flavio Petitjacques (44), il segretario comunale Roberto Trova (64), di Roisan, e l'attuale sindaco di Oyace, vicesindaco all'epoca dei fatti contestati, Sandro Favre (51).
    Domaine e Petitjacques sono indagati per concorso in corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio. La vicenda riguarda la realizzazione di una centrale idroelettrica, ancora non costruita, in località Gallians, a Oyace. Secondo gli inquirenti Domaine da quattro anni a questa parte si è speso per risolvere problemi pratici, giuridici ed economici relativi alla all'opera che l'imprenditore voleva realizzare. In cambio Petitjacques lo ha retribuito con il 50 per cento della società titolare (la Varere srls) della concessione di utilizzo della centralina - e quindi della metà dei futuri utili -, quota appartenuta alla figlia del sindaco.
    Domaine, Favre e Trova sono inoltre indagati per concorso in falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Secondo la procura era stato attestato falsamente che Domaine, nel consiglio comunale del 6 giugno 2016, si era assentato durante la discussione sulla richiesta di deroga al piano territoriale paesistico per il progetto della nuova centralina idroelettrica. L'allora sindaco infatti "era sempre stato presente e aveva attivamente e continuamente operato per ottenere un voto favorevole". In questo contesto Favre, da vicesindaco, aveva verbalizzato e apposto "la firma ai verbali del consiglio comunale". Inoltre nel successivo consiglio comunale del 21 luglio 2016 per effettuare "una apparente correzione del verbale" del 6 giugno era stata messa in atto una "ulteriore falsificazione", sempre per occultare "la presenza" dell'allora sindaco Domaine nella discussione sulla centralina della precedente riunione.

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