Con l'annunciato stop allo sci per Natale i gestori degli impianti di risalita italiani temono di bruciare il 70 per cento del fatturato della stagione invernale.
L'allarme è dell'Associazione nazionale esercenti funiviari (Anef) che riunisce in Italia 1.500 impianti. "Il Natale pesa un terzo della stagione - spiega Valeria Ghezzi, presidente di Anef - però quest'anno, vista la situazione, considerato che non ci saranno gli stranieri e che gli italiani viaggeranno di meno, in ogni caso saltare il Natale e aprire anche solo a metà gennaio vorrebbe dire perdere il 70 per cento della stagione, ammesso che si riesca ad aprire".
Covid: gestori impianti, pista sci non è pista da ballo - "Con tutto il rispetto per le discoteche, ma la pista da sci non è una pista da ballo". Lo dichiara Valeria Ghezzi, presidente di Anef, associazione che riunisce i gestori degli impianti di risalita in Italia, dopo l'annuncio del premier Conte di una chiusura per Natale. "Ho un grande rispetto per il lavoro dei colleghi gestori dei locali da ballo, capisco le loro esigenze, ma un'attività all'aria aperta come lo sci non è la stessa cosa, non è la movida", spiega ancora Ghezzi. "Non stiamo chiedendo di aprire a ogni costo, - ha aggiunto il presidente di Anef - stiamo chiedendo di aprire se, come detto dallo stesso presidente del Consiglio, facciamo riaprire le altre attività del paese". Secondo Ghezzi "non è accettabile che tutte le attività del paese possano aprire tranne lo sci".
Anef, non ci rassegniamo a chiusura sci a Natale - "Rassegnarsi a chiudere a Natale è impossibile perché in gioco ci sono 15 mila posti di lavoro diretti e nella filiera ce ne sono 120 mila: ne va della sopravvivenza dei territori di montagna, del tessuto socio economico che tiene la montagna popolata e presidiata". Lo dichiara Valeria Ghezzi, presidente dell'Anef, associazione che riunisce le società di gestione degli impianti di risalita che fatturano un miliardo e 200 milioni all'anno. "Abbiamo chiesto in tutti i modi un incontro al Governo - aggiunge Ghezzi - e invece di avere un incontro, come hanno avuto i colleghi francesi, noi veniamo a sapere dalle agenzia di stampa e dai media qual è il nostro futuro".
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