Le aziende valdostane lamentano una
carenza di liquidità "che equivale all'impossibilità di pagare
fornitori ed acquisti, creando un circolo vizioso pericoloso il
cui sbocco significa la messa in liquidazione o la chiusura di
centinaia di aziende e ridurre sul lastrico migliaia di
famiglie". E' l'allarme lanciato da Confcommercio-Fipe Valle
d'Aosta nelle parole del suo direttore, Adriano Valeri.
Da un questionario a cui hanno aderito 350 aziende valdostane
(di cui il 38% delle ditte individuali, il 17% delle società di
capitali ed il 45% delle società di persone, delle quali il 61%
non intercetta la domanda turistica) emerge, tra l'altro, che
"il 38% degli intervistati - spiega Valeri - lamenta di aver
registrato un mancato fatturato superiore al 50%, un altro 38%
ha perso tra il 30% ed il 50%, il 17% tra il 20 ed il 30%.
Inoltre il 76% ha già fatto ricorso al credito bancario. Ciò
significa che tutte le aziende non sono in grado di ripartire se
non c'è un massiccio intervento finanziario della Regione o
dello Stato. Dobbiamo ricordare ed aver presente che la perdita
di fatturato significa carenza di liquidità". La perdita di
fatturato è data dall'83% dalla riduzione delle vendite, il 5%
dalla mancanza di fiere e manifestazioni commerciali o
congressuali, il 12% dalle cancellazioni degli ordini.
Per far fronte alla crisi di liquidità il 55% degli aderenti al
questionario ha detto di avere la necessità di finanziamenti
variabili dai 25.000 ai 100.000 euro, il 16% avrebbe bisogno dai
100.000 a 500.000 € per proseguire l'attività; il 4% oltre
500.000 euro. Solo il 15% ha detto di aver una necessità
inferiore a 25.000 euro.
In merito all'impatto della "situazione di emergenza" sulla
gestione dei dipendenti "solo il 23% ha detto di ipotizzare la
possibilità di licenziare, mentre il 30% pensa ad una riduzione
dell'orario di lavoro; il 35% ha fatto o farà ricorso alla cassa
integrazione guadagni ed il 12% ipotizza soluzioni diverse", fa
sapere Confcommercio.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA