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Inchiesta Bccv, per Cassazione manca prova abuso di Perron

Inchiesta Bccv, per Cassazione manca prova abuso di Perron

Depositata motivazione assoluzione per ex assessore e Linty

AOSTA, 06 aprile 2021, 10:42

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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   "Manca" la "prova dell'abuso della qualità da parte di Perron". Così la Corte di Cassazione motiva l'annullamento senza rinvio "perché il fatto non sussiste" della sentenza con cui la Corte d'appello di Torino, nel luglio 2019, aveva condannato a un anno e otto mesi di reclusione l'ex assessore alle Finanze della Regione Valle d'Aosta Ego Perron e a sei mesi di reclusione (pena sospesa) l'ex presidente della Bcc Valdostana Marco Linty. Erano imputati per induzione indebita a dare o promettere utilità. Martino Cossard, altro ex presidente dell'istituto, in secondo grado era stato condannato alla stessa pena di Linty ma al contrario di quest'ultimo e di Perron non aveva proposto ricorso in Cassazione.
    Secondo l'accusa i banchieri erano stati indotti alla stipulazione di un contratto di affitto di locali di proprietà di Perron (successivamente annullato per un vincolo d'uso dell'immobile) in cui trasferire la filiale della Bccv di Fénis.
    In cambio l'allora assessore avrebbe sostenuto la loro candidatura ai vertici della banca alle elezioni di rinnovo del cda, nella primavera del 2015.
    Secondo la sesta sezione penale, i giudici d'appello per "superare le pertinenti censure difensive sull'astratto rilievo dato alla funzione assessorile" di Perron e sull'assenza del rapporto diretto del "ruolo esponenziale nell'ambito del partito politico di appartenenza", hanno "escluso che la 'forza contrattuale' del Perron gli provenisse dalla posizione esponenziale rivestita nell'ambito dell'Union valdotaine, valorizzando invece il ruolo del Perron quale componente della Giunta regionale in relazione alla funzione di vigilanza regionale sulla Banca ed al suo potere di proporre un proprio candidato alle elezioni per la nomina di un consigliere e dì un membro del collegio sindacale dello stesso istituto". Tuttavia di "tale aspetto, posto a fondamento della potenza prevaricatrice del Perron, non solo non v'è traccia nella accusa formulata dal pubblico ministero, ma risulta anzi sganciato da qualsiasi concreto supporto probatorio riferibile alla vicenda in esame".

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