Diecimila persone in età lavorativa (20-64 anni) in meno e settemila ultra65enni in più: sono le proiezioni per l'anno 2036, basate su dati Istat, emerse dallo studio 'Struttura e dinamica demografica della Valle d'Aosta' commissionato dalla Giunta regionale al laboratorio di statistica applicata dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.
In dettaglio, per i 20-64 anni si passerebbe dai 72.094 del 2021 ai 62.193 del 2036 e per gli over 65 dai 30.220 ai 37.095.
Se prima della "grande recessione" del 2007-2008, ha spiegato il professor Alessandro Rosina, l'andamento della fecondità in Valle d'Aosta era migliore della media nazionale e del Nord Ovest, dopo è peggiorato, fino all'impatto della pandemia.
Risulta "in maggior indebolimento la base della piramide demografica", cioè la fascia 0-6 anni, sia per la scarsa natalità sia per l'immigrazione. Ci sono poi più "aree di malessere demografico", in particolare i "comuni piccoli, nelle aree interne e montane, con popolazione in riduzione e" fenomeni di "invecchiamento/degiovanimento". Inoltre "l'impatto della pandemia ha aggravato ulteriormente il quadro". Vi sono poi "nuove previsione Istat con scenario mediano di non recupero" e quindi con "rischio di avvitamento continuo verso il basso" se il tasso di fecondità non torna ad almeno 1,5 figli per donna.
L'inversione però è "possibile", come insegnano le esperienze di Francia, Svezia e Germania. Serve "un'azione integrata" tra "politiche familiari, attrattività, qualità dei servizi (in particolare quelle che favoriscono scelte di vita in combinazione positiva con percorsi professionali)". Simulazioni mostrano che la "combinazione tra l'aumento della fecondità e l'immigrazione consistente (verso raddoppio livelli attuali) può frenare la riduzione della popolazione attiva". In questo senso "le azioni devono essere coerenti con le specificità del territorio: le potenzialità dei centri medi, il benessere sempre più legato al senso di comunità e il rapporto con l'ambiente, le opportunità offerte dalle nuove tecnologie". Da ricordare infine le "occasioni offerte dal Pnrr e dal Family act (per favorire un effetto leva con azioni sul territorio)".
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