Una riforma radicale del sistema di erogazione dei buoni pasto prima che le imprese della ristorazione smettano di accettare i ticket: è quanto chiede ConfCommercio Vda precisando che si tratta di una richiesta "volta a garantire la sostenibilità di un servizio essenziale per i lavoratori prevalentemente del settore pubblico".
"Accettare i buoni pasto sta diventando sempre più "costoso" - spiega Graziano Dominidiato, presidente Confcommercio VdA - per i pubblici esercizi già colpiti dai rincari dell'energia e materie prime. Analizzando i dati nazionali siamo in allerta. A tal proposito invitiamo il Presidente della Regione a valutare la possibilità di rivedere l'attuale spending review evitando così di ridurre i margini di guadagno del servizio pasti sulle nostre imprese".
Secondo Domindiato "le priorità essenziali sono la riduzione immediata dei ribassi sul prezzo richiesto in fase di gara alle società emettitrici dei buoni e la riforma complessiva del sistema al fine di rispettare il valore nominale del ticket eliminando le gravose commissioni pagate dagli esercizi presso i quali i buoni pasto vengono utilizzati ". "La stazione appaltante per il servizio dei buoni pasto all'interno della pubblica amministrazione - conclude - effettua gare con il sistema dell'offerta più vantaggiosa ovvero viene aggiudicata da chi offe il prezzo più basso. Tali dinamiche stanno risultando insostenibili per le imprese e non fanno altro che ridurre i loro guadagni. L'introduzione della salvaguardia del valore nominale del ticket e la definizione di tempi certi per il pagamento del rimborso rappresentano la giusta riforma da introdurre per venire incontro alle aziende".
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