Smontare le "illusioni" che portano al gioco d'azzardo patologico usando il gioco stesso. E' l'obiettivo del laboratorio interattivo 'Fate il nostro gioco', che porta alla scoperta dei meccanismi nascosti di questo mondo tra matematica, psicologia e prevenzione. Promosso dal Servizio per le Dipendenze patologiche dell'Usl, dalla Regione e dal Comune di Aosta, l'evento, rivolto a tutta la cittadinanza e agli studenti dai 13 anni in su, si svolgerà nei locali della Cittadella dei giovani dal 24 al 30 ottobre (ore 9-18).
Nelle sale della mostra interattiva organizzata dalla società Taxi 1729 si acquisirà familiarità con le leggi del caso giocando fiches su autentici tavoli da gioco. Un video stimolerà un breve dibattito sulle conseguenze del gioco d'azzardo patologico (si è calcolato che per ogni persona vittima del gioco altre sette, tra amici e familiari, ne subiscono le conseguenze). Nel laboratorio saranno discussi con i visitatori i risultati degli esperimenti per rispondere a due domande: 'Conviene giocare d'azzardo? E se non conviene perché giochiamo?'.
Parteciperanno 650 studenti di cinque scuole superiori e di due scuole medie, ha spiegato in conferenza stampa Marina Fey, sovraintendente agli Studi. "Nel 2021 sono stati 25 i casi presi in carico dal Ser.D, tutti maggiorenni, su un totale di circa 900 persone assistite dal servizio", ha detto Gerardo De Carlo, responsabile del Ser.D. Ma "il fenomeno è sottovalutato, emerge soprattutto nei casi di sovraindebitamento e molto spesso la segnalazione proviene dai familiari".
"Le famiglie - ha detto Anna Maria Beoni, direttrice della struttura di Salute mentale - sono in grossa difficoltà: i genitori lavorano tutto il giorno e i figli restano da soli a casa, rischiando di cadere nelle dipendenze.
Abbiamo ricoverato un ragazzo che aveva passato l'intera giornata davanti ai social. Occorre la consapevolezza che quando si cerca il picco di dopamina diventa difficile" riuscire a smettere.
"L'innovazione - ha sottolineato il direttore generale dell'Usl, Massimo Uberti - sta nel non proporre una conferenza ma di usare il gioco stesso per far emergere che con il gioco d'azzardo c'è la certezza di perdere". "Un'impostazione interessante che può spingere anche chi non è interessato a queste patologie ad affrontare il tema", ha aggiunto l'assessore regionale alla Sanità, Roberto Barmasse. "Non c'è contraddizione tra Casinò e lotta al gioco d'azzardo patologico. La casa da gioco - ha spiegato l'assessore Luciano Caveri, con deleghe anche all'istruzione, politiche giovanili e partecipate - è un posto protetto, le persone malate non possono entrare, al contrario di ciò che può accadere altrove. Diverso è il caso della serata di svago in cui si decide di giocare una somma prefissata. Ma bisogna avere la consapevolezza che chi gioca è un fesso: la probabilità di vincita sono infinitesimali".
L'assessora comunale di Aosta alle politiche sociali, Clotilde Forcellati, ha ricordato che "con la pandemia è aumentato il gioco online. Gli enti locali devono essere in prima linea con l'amministrazione regionale".
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