A dieci anni dal referendum che bloccò la realizzazione di un pirogassificatore, l'associazione Valle virtuosa è tornata in piazza per celebrare quella "storica vittoria" e chiedere alla politica "risposte puntuali", perché "la battaglia per la nostra salute non è terminata".
"Con la raccolta differenziata e il 'porta a porta' saremmo all'80%, ma invece solo dal 2015 la differenziazione dei rifiuti viene fatta seriamente, e da allora il dato non è migliorato.
Siamo sotto al 65%, che era il traguardo da raggiungere nel 2012", ha attaccato il presidente dell'associazione, Paolo Meneghini, durante una conferenza stampa convocata alla Porta Praetoria, dove Valle virtuosa è stata presente tutto il giorno con un banchetto informativo. "Ora c'è un piano regionale di gestione dei rifiuti per il 2026 ambizioso e che temiamo non si riuscirà ad applicare. Si sono scelti i molok, con una raccolta di rifiuti poco puri, che il nuovo impianto non riesce a gestire. Occorre passare da nove subAto a un sistema unico di raccolta regionale, diffondendo il porta a porta, il compostaggio domestico e di comunità, applicando la tariffa puntuale e introducendo il vuoto a rendere, per perseguire la strategia rifiuti zero". Jeanne Cheillon ha ricordato "la lotta portata avanti con una sinergia tra comitati e cittadini. E' stato un momento magico e spero che possa ripetersi per poter far diventare la Valle d'Aosta la prima regione a rifiuti zero".
In questo senso, Vda aperta (Area democratica, Adu Vda, M5s) scrive in una nota: "Dopo dieci anni siamo felici di ribadire che non abbiamo un camino di 60 metri alle porte di Aosta (che conoscendo la 'passione' della politica locale per le cattedrali nel deserto sarebbe lungi dall'essere terminato), un po' meno per la lentezza delle strade intraprese per la gestione dei rifiuti urbani".
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