"Il mondo del lavoro è
un mondo umano, in cui ognuno è connesso a tutti. E purtroppo
anche questo mondo è inquinato da dinamiche e comportamenti
negativi che lo rendono a volte invivibile. Insieme alla cura
del creato è necessaria la cura della qualità della vita umana,
la ricerca della fraternità umana e dell'amicizia sociale,
perché i nostri legami contano più dei numeri e delle
prestazioni". Lo dice il Papa in un messaggio ai partecipanti
alla III edizione di "LaborDì: un cantiere per generare lavoro"
promosso dalle Acli di Roma.
Il Papa, rivolto ai giovani, afferma che, avvicinandosi al
mondo del lavoro, "è importante che teniate ben salde sia la
coscienza della vostra unicità, che prescinde da qualsiasi
successo o insuccesso, sia la propensione a stabilire con gli
altri rapporti sinceri. In molti ambienti sarete, allora, una
rivoluzione gentile. Non piegatevi a richieste che vi umiliano e
vi procurano disagio - è il messaggio del Pontefice -, a modi di
procedere e a pretese che sporchino la vostra genuinità". "Non
omologatevi a modelli in cui non credete, magari per ottenerne
prestigio sociale o del denaro in più. Il male ci aliena, spegne
i sogni, ci rende soli e rassegnati". Se nel mondo del lavoro
non "si entra insieme" ma "ciascuno per conto suo",
"diventeremmo rapidamente ingranaggi di una macchina e chi ha
potere potrebbe fare di noi qualunque cosa".
"E quando il lavoro viene organizzato senza cuore, allora è
in pericolo la dignità umana di chi lavora, o non trova lavoro,
o si adatta a un lavoro indegno. Oggi è l'economia stessa ad
accorgersi che il saper fare non basta, che le prestazioni non
sono tutto. A questo basteranno sempre più le macchine. Umana,
invece, è l'intelligenza del cuore, la ragione che sente le
ragioni altrui, l'immaginazione che crea ciò che ancora non è,
la fantasia per cui Dio ci ha resi tutti diversi. Siamo 'pezzi
unici', aiutiamoci a vicenda a ricordarcelo", ha concluso il
Papa.
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