"Le barzellette sui
gesuiti e quelle raccontate dai gesuiti sono uniche nel loro
genere, paragonabili forse solo a quelle sui carabinieri in
Italia o sulle madri ebree nell'umorismo yiddish". Lo scrive il
Papa in un editoriale sul New York Times parlando del rapporto
tra la fede e il senso dell'umorismo.
"La vita ha inevitabilmente le sue tristezze, che fanno parte
di ogni cammino di speranza e di ogni cammino verso la
conversione. Ma è importante evitare a tutti i costi di
crogiolarsi nella malinconia, di non lasciare che essa amareggi
il cuore. Sono tentazioni da cui nemmeno i chierici sono immuni.
E a volte, purtroppo, ci troviamo di fronte a preti amareggiati
e tristi, più autoritari che autorevoli, più scapoli che sposati
alla Chiesa, più funzionari che pastori, più altezzosi che
gioiosi, e anche questo non è certamente un bene. Ma in genere,
noi preti tendiamo ad apprezzare l'umorismo e abbiamo persino
una discreta scorta di barzellette e storie divertenti, che
spesso siamo piuttosto bravi a raccontare, oltre a esserne
l'oggetto", scrive il Papa parlando del senso dell'umorismo
anche dei Papi, come Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.
"L'ironia è una medicina, non solo per sollevare e illuminare
gli altri, ma anche noi stessi, perché l'autoironia è uno
strumento potente per superare la tentazione del narcisismo. I
narcisisti si guardano continuamente allo specchio, si
dipingono, si fissano, ma il miglior consiglio di fronte a uno
specchio è ridere di noi stessi. Fa bene", assicura Papa
Francesco raccontando aneddoti e barzellette nell'editoriale per
il giornale americano.
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