Papa Francesco ha
inviato oggi dal Policlinico Gemelli il messaggio per la
Giornata delle vocazioni che sarà celebrata l'11 maggio.
"In questo nostro tempo, molti giovani - scrive il Papa - si
sentono smarriti di fronte al futuro.
Sperimentano spesso
incertezza sulle prospettive lavorative e, più a fondo, una
crisi d'identità che è crisi di senso e di valori e che la
confusione digitale rende ancora più difficile da attraversare.
Le ingiustizie verso i deboli e i poveri, l'indifferenza di un
benessere egoista, la violenza della guerra - sottolinea il
Pontefice - minacciano i progetti di vita buona che coltivano
nell'animo.
Eppure il Signore, che conosce il cuore dell'uomo,
non abbandona nell'insicurezza, anzi, vuole suscitare in ognuno
la consapevolezza di essere amato, chiamato e inviato come
pellegrino di speranza. Per questo, noi membri adulti della
Chiesa, specialmente i pastori, siamo sollecitati ad accogliere,
discernere e accompagnare il cammino vocazionale delle nuove
generazioni".
"Cari giovani - si legge ancora nel messaggio del Papa -, la
speranza in Dio non delude, perché Egli guida ogni passo di chi
si affida a Lui. Il mondo ha bisogno di giovani che siano
pellegrini di speranza, coraggiosi nel dedicare la propria vita
a Cristo, pieni di gioia per il fatto stesso di essere suoi
discepoli-missionari". "Cari giovani - prosegue Papa Francesco
rivolgendosi a chi cerca di capire quale sia la sua vocazione -,
il mondo vi spinge a fare scelte affrettate, a riempire le
giornate di rumore, impedendovi di sperimentare un silenzio
aperto a Dio, che parla al cuore. Abbiate il coraggio di
fermarvi, di ascoltare dentro voi stessi e di chiedere a Dio
cosa sogna per voi. Il silenzio della preghiera è indispensabile
per "leggere" la chiamata di Dio nella propria storia e per dare
una risposta libera e consapevole".
"La Chiesa ha bisogno di pastori, religiosi, missionari,
coniugi che sappiano dire 'sì' al Signore con fiducia e
speranza", conclude Papa Francesco.
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