La gioia, la speranza, il perdono e
l'apertura di quella porta che è un segno del superamento di
tutte le chiusure. Enzo Bianchi conduce al cuore del Giubileo,
che comincerà il 24 dicembre, con una guida spirituale per
ritornare all'essenza dell'Anno Santo. E' il suo "Lessico del
Giubileo", per le edizioni Edb, in uscita il 15 novembre.
"Obiettivo del Giubileo - ricorda Bianchi citando Giovanni
Paolo II - è rinsaldare, rinnovare, rinforzare la fede e quindi
la vita cristiana, che è la sola vera testimonianza a Cristo".
Quindi è fondamentale "vigilare perché questa celebrazione non
resti prigioniera della gigantesca macchina organizzativa messa
in moto, non diventi enfatica celebrazione trionfale, e
soprattutto - avverte il fondatore di Bose - non sia occasione
per i cristiani di tentazione e seduzione verso logiche
ubbidienti a mammona, al denaro, al potere, al successo. Più che
mai in occasione di una celebrazione giubilare, va detto
chiaramente, non possiamo servire a due padroni".
L'Anno Santo sarà invece l'occasione per "fare chiesa" e
"confessare la cattolicità senza trionfalismi della fede, senza
logiche di arroganza, ma nella sola fierezza della
consapevolezza di essere stati amati e perdonati da Dio".
Ripercorrendo le Scritture, Bianchi ricorda che il Giubileo
era anche, per il popolo d'Israele, l'occasione per mettere a
riposo la terra. Perché, è quanto deve ricordare anche l'uomo di
oggi, "la terra resta proprietà di Dio, e se è data in possesso
a Israele è data in dono, sicché nessuno può disporne a
piacimento". Quindi "la terra che noi abitiamo non ci
appartiene, è a nostra disposizione ma noi non possiamo farne
ciò che vogliamo". Un messaggio, questo, contro ogni tipo
sfruttamento. "Oggi nel suo delirio di onnipotenza - sottolinea
ancora Enzo Bianchi nel suo libro - l'homo technicus sfrutta
senza discernimento le risorse della terra, mira in nome dello
sviluppo a una produzione che la estenua, e così questa comunità
di co-creature che è la terra appare malata: scompaiono sempre
più specie di animali e di piante, i nostri mari e i nostri
fiumi non cantano la vita ma sono inquinati, le foreste
arretrano e avanza il deserto. Sì, avanza il deserto di sabbia
perché avanza il deserto dei cuori umani…".
L'Anno Santo deve dunque essere il momento in cui pensare
alla dignità di tutti gli uomini: "Come si può dimenticare che
un miliardo di persone, un sesto degli abitanti del pianeta, si
è accaparrato i beni, le risorse, lasciando gli altri cinque
miliardi nella povertà, fino alla fame, in una condizione di
debito verso i paesi ricchi che potrà soltanto peggiorare, di
accesso al commercio internazionale che significa soltanto
sottomissione alle regole dei più ricchi e potenti?".
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