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Quaranta anni fa veniva ucciso Popieluszko, prete martire e beato

Quaranta anni fa veniva ucciso Popieluszko, prete martire e beato

Un libro ripercorre la vicenda del sacerdote polacco

ROMA, 03 ottobre 2024, 10:26

di Manuela Tulli

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nella Polonia degli anni Ottanta, anni un cui era sotto l'influsso sovietico, ci furono un centinaio di omicidi politici compiuti quasi sempre da "autori sconosciuti". Tra le vittime anche i sacerdoti, tra i quali don Jerzy Popieluszko, rapito e assassinato il 19 ottobre 1984.
    Aveva solo 37 anni. La Chiesa ha riconosciuto il suo martirio e lo ha beatificato il 6 giugno 2010.
    A quarant'anni dal suo omicidio esce oggi per Ares il libro "Jerzy Popieluszko", una biografia non convenzionale del sacerdote e beato martire polacco. Pagò la sua opposizione al regime che dominava allora nel suo Paese. Il libro, firmato da Wlodzimierz Redzioch e Grzegorz Gorny, tradotto dal polacco, si avvale dei contributi dei familiari di don Jerzy, di personalità della Polonia, per inquadrare le vicende di quegli anni, e di tre cardinali, fra cui il prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi, Marcello Semeraro, che ha firmato la Presentazione all'edizione italiana.
    "Accrescere la conoscenza di questo sacerdote, beato e martire sarà davvero un bene per tutti, perché attraverso il sacrificio dei martiri Dio cambia i cuori degli uomini", sottolinea il card. Semeraro.
    A raccontare invece quei tragici giorni per la Polonia è il cardinale Stanislaw Dziwisz, lo storico segretario di Papa Giovanni Paolo II. La notizia dell'assassinio di Popieluszko "lo scosse profondamente. All'inizio, quando ancora non si conoscevano i particolari sull'accaduto, il Santo Padre pregò per lui. Quando poi seppe dell'assassinio del sacerdote - racconta ancora Dziwisz - rimase sconvolto e non si capacitava di come si fosse giunti a un tale crimine per eliminarlo".
    Il volume è composto da tre elementi: le interviste di Wlodzimierz Redzioch con i familiari e amici di don Jerzy, ma anche con i cardinali Angelo Amato, prefetto emerito del Dicastero per le Cause dei santi, e Stanislaw Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia; i testi di Grzegorz Gorny che raccontano lo scenario storico della vita del beato martire e il servizio fotografico con il materiale d'archivio e gli scatti di Janusz Rosikon.
    Popieluszko ha voluto coniugare il suo ministero sacerdotale con l'impegno per il suo popolo, anche appoggiando Solidarnosc, il sindacato guidato da Lech Walesa (poi diventato Premio Nobel e Presidente della Polonia) che si opponeva al regime. "Non posso chiudere il mio sacerdozio in chiesa - scriveva don Jerzy - anche se tanti 'consiglieri' mi suggeriscono che un vero sacerdote polacco non deve andare fuori dal recinto della chiesa. Sarò in mezzo ai miei operai, fino a quando mi sarà possibile".
   

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