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P. Spadaro, per Santa Sede il dialogo è aperto con chiunque

P. Spadaro, per Santa Sede il dialogo è aperto con chiunque

Elezioni Usa. 'Su guerre e migranti si gioca statura del Paese'

CITTÀ DEL VATICANO, 06 novembre 2024, 13:19

Redazione ANSA

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Il dialogo tra la Santa Sede e, in generale la Chiesa, è sempre importante con chiunque.
    Lo ricorda padre Antonio Spadaro, sottosegretario al Dicastero della Cultura e analista internazionale da sempre vicino a Papa Francesco.
    "Il rapporto tra politica e religione negli Stati Uniti è molto complesso. Ricordo, ad esempio, che nel suo discorso sullo stato dell'Unione del gennaio 2018, il presidente Trump, per descrivere l'identità del paese aveva messo nel giro di due frasi Dio, l'esercito e il sogno americano. Il mix di questi elementi - dice Spadaro all'ANSA - è problematico, ma d'altra parte rende necessario e non solamente auspicabile un dialogo sui temi cruciali per la vita del Paese. La posizione della Santa Sede è sempre stata di grande equilibrio e di dialogo aperto con chiunque, a maggior ragione da chi è eletto da un popolo di antica tradizione democratica che non ha disertato le urne. Papa Francesco, in occasione del primo insediamento di Donald Trump alla presidenza - ricorda il gesuita - inviò un messaggio nel quale parlava di una famiglia umana afflitta da gravi crisi umanitarie che richiedono risposte politiche lungimiranti e unitarie. Oggi siamo in una situazione ancora più deteriorata. In quella occasione il Papa ha richiamato la necessità di prendere decisioni guidate dai 'ricchi valori spirituali ed etici'. Ad un presidente che fa del motto 'make America great again', Francesco" nel messaggio per la scorsa elezione di Trump, aveva posto "la misura della 'statura dell'America', come l'ha definita il Pontefice, nella sua 'attenzione per i poveri, gli emarginati e i bisognosi che, come Lazzaro, stanno davanti alla nostra porta'. E questo anche vale anche per i tanti, troppi, dimenticati d'America, che sentono di non appartenere più, di non essere riconosciuti e protetti. E vale per i migranti che hanno costituito il tessuto stesso della società americana".
    Per padre Spadaro, giornalista e scrittore, ed ex direttore de La Civiltà Cattolica, "sul tema della guerra poi si giocherà molto del nostro futuro. Vedremo se prevarrà la logica della guerra, e quindi della vittoria, o quella della pace. Dalla martoriata Ucraina e dalla martoriata Palestina si leva un grido che la 'statura dell'America' deve ascoltare con pragmatismo e lungimiranza. Su questo terreno si giocherà molto del significato della nuova presidenza: il mondo è spezzato e non si vede futuro".
    Alla domanda se per il Vaticano, e la Chiesa in generale, tenere saldo il filo del dialogo sempre e con tutti resta prioritario, Spadaro replica: "Assolutamente sì, certo. La Santa Sede, del resto, non ha mai diviso il mondo in buoni e cattivi chiudendo le porte ai secondi e aprendole ai primi per costituire alleanze politiche. I cattolici non hanno appartenenze e convinzioni politiche omogenee negli Stati Uniti né altrove. La Chiesa aspira al fatto che i credenti siano anche buoni cittadini e sa ascoltare la volontà popolare. Ha tenuto ferma la bussola dei valori ma senza scelte di campo, proprio per evitare la commistione spuria tra religione e politica. Il dialogo e la diplomazia, del resto, servono proprio a costruire ponti, abbattendo muri".
    "Dobbiamo sperare - conclude Spadaro - anche con queste elezioni che vinca la democrazia che porta a considerare l'avversario politico come tale e non come 'nemico'. Questo non avvelena solo lo scontro politico, ma l'intera società. La società si costruisce non grazie alla vittoria in una sorta di guerra civile, ma solamente se il confronto politico tra maggioranza e opposizione è davvero per il bene comune. Nel caso degli Stati Uniti, a causa del loro ruolo nel mondo, questo assume una rilevanza e una responsabilità morale molto rilevante".
   

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